Marcello Di Dio
da Roma
Altri nomi eccellenti, sempre legati alla Gea, finiti nel registro degli indagati. E ipotesi di reato ancora più grave: associazione a delinquere. Il nome che più colpisce è quello di Davide Lippi, figlio del ct azzurro Marcello, ma ci sono anche Giuseppe De Mita, già direttore generale della Lazio e figlio dellesponente della Margherita ed ex premier Ciriaco, Riccardo Calleri, figlio dellex presidente di Torino e Lazio Gianmarco, e Tommaso Cellini, un passato come responsabile marketing del club capitolino.
Linchiesta dei pm romani sulla società di procuratori conosce una svolta: gli indagati diventano otto (in precedenza era toccato a Luciano e Alessandro Moggi, a Chiara Geronzi e a Franco Zavaglia). E per tutti ora la situazione processuale è diventata più pesante, dopo lesame dei documenti giunti dalla Procura di Napoli: il reato ipotizzato, infatti, è legato allarticolo 416 del codice penale (che prevede appunto lassociazione a delinquere) in relazione allarticolo 513 bis (illecita concorrenza con minacce o violenza).
Ad incastrare Davide Lippi sarebbero state le testimonianze di due procuratori sportivi, Stefano Antonelli e Paolo Bordonaro. Il primo era lagente di Emanuele Blasi, che durante un ritiro a Coverciano sarebbe stato avvicinato dal figlio del ct azzurro. Proprio Lippi junior - come emergerebbe dal racconto di Antonelli - gli avrebbe prospettato che la nazionale sarebbe potuta diventare per lui un traguardo sicuro e costante solo se fosse passato nuovamente nella gestione Gea, in quanto suo padre Marcello era lallenatore della stessa nazionale e avrebbe comunque avuto un occhio di riguardo per i giocatori Gea. Bordonaro, invece, avrebbe riferito ai magistrati che Davide Lippi riuscì a sottrargli nel 2001 la procura di Giorgio Chiellini, promettente difensore poi finito alla Juventus. A nulla servì la presentazione di un esposto presso la Federcalcio. Che peraltro sullattività della Gea istituì una commissione dindagine che chiuse listruttoria nel dicembre 2002, non riscontrando «nessuna posizione dominante sul mercato».
Il coinvolgimento di Giuseppe De Mita - secondo linformativa dei carabinieri - sarebbe legato anche al nome di Alessandro Nesta. Lallora dirigente della Lazio avrebbe fatto da intermediario perché il difensore biancoceleste, che stava per trasferirsi al Milan, si facesse gestire dalla Gea dopo aver rinunciato a farsi assistere da Dario Canovi. E sarebbe stato proprio questultimo a raccontare al pm Palamara, nel marzo 2004, che a partecipare alloperazione fu anche il presidente di Capitalia Cesare Geronzi (padre di Chiara, ma estraneo allinchiesta della Procura), che avrebbe illustrato al calciatore tutti i vantaggi legati alla Gea.
Quanto a Riccardo Calleri, secondo i carabinieri del reparto operativo romano, curò i diritti di Fabio Gatti, giocatore del Perugia di Gaucci, che, «in un momento di difficoltà economica della società, particolarmente esposta con Capitalia», è entrato, insieme a Liverani e Baiocco, «nella sfera Gea». La pratica relativa a Gatti era stata tra laltro sequestrata presso la sede della società di Alessandro Moggi.
Ieri i pm romani hanno anche ascoltato come persona informata dei fatti lex procuratore sportivo Antonio Caliendo, che ha in corso con la Gea una causa civile per la gestione di Nicola Amoruso, del quale Alessandro Moggi avrebbe cercato di strappare la procura. «Dalla Gea ho subito solo alcune interferenze», si è limitato a precisare Caliendo. Nellaudizione, si sarebbe parlato anche di Trezeguet, che nel 2002 aveva proprio Caliendo come consulente.
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