Anche la mamma alla fiaccolata. Gorla scende in strada per Pamela

Sono in tanti a partecipare all'iniziativa di abitanti e commercianti partita dalla panchina rossa vicina alla casa della 29enne uccisa

Anche la mamma alla fiaccolata. Gorla scende in strada per Pamela
00:00 00:00

"Femminicida figlio d... patriarcato", "Stop alla violenza", "Per Pamela, per tutte". I lenzuoli bianchi con le scritte rosse e nere vengono portati in corteo. E intorno donne, tante donne. Giovani e meno giovani, donne dall'aria severa e combattiva, emozionate e tristi davanti all'ennesima tragedia, ma anche decise a lasciare il segno, a far sì che gli uomini le ascoltino affinché certi episodi non accadano mai più. Sono stati tanti i momenti particolari ieri pomeriggio in zona Gorla, durante il presidio e la successiva fiaccolata organizzati nei giardinetti all'angolo tra via Iglesias e via Liscate, a due passi dall'appartamento dove abitava Pamela Genini, la modella e imprenditrice 29enne uccisa martedì sera con oltre trenta coltellate dell'ex compagno che lei voleva lasciare, Gianluca Soncin, 52 anni. L'ultimo femminicidio in ordine temporale del Belpaese (è il numero 70 dall'inizio dell'anno, ndr) non ha infatti lasciato indifferente Milano e le residenti e le commercianti del quartiere hanno voluto lasciare un segno, dipingendo di rosso la panchina dei giardinetti su cui hanno scritto "Non sei sola".

Lì, sopra la panchina, stremata dal dolore, a un certo punto si è seduta Una Smirnova, la madre di Pamela, venuta a Milano ieri dalla Valle Imagna, nella Bergamasca, insieme al compagno. La donna, che è di origine russa come testimoniano i lineamenti della bellissima figlia, ieri era affranta e, dopo aver posato un mazzo di fiori davanti alla palazzina di via Iglesias dove risiedeva ed è morta la 29enne, ha voluto partecipare anche lei al presidio e poi al corteo, reggendo una fiaccola, dopo essersi calata sul volto il cappuccio nero della giacca, per poter piangere in pace. Accanto a lei il compagno, che l'ha sempre tenuta per mano, mentre i residenti li proteggevano, facendo in modo che nessuno li avvicinasse, che fosse lasciata tranquilla.

C'era anche la sempre combattiva cantante Jo Squillo tra le donne che poco prima delle 18 si sono incamminate, portando fiaccole o candele, in corteo lungo via Iglesias, per poi percorrere poi via Alghero, via Asiago, via Ponte Nuovo e via Biumi e raggiungere dopo circa un'ora nuovamente i giardinetti di via Liscate e la panchina dipinta di rosso. Lì, al termine del corteo, è scoppiato un applauso interminabile. In realtà solo l'ultimo di una lunga serie tra quelli che hanno inframezzato la manifestazione, durante la quale le donne hanno scandito slogan come: "Il silenzio è violenza, il nostro grido è resistenza!", "Siamo stanche di avere paura!", "Non più lacrime, non più parole, basta basta tutto questo dolore".

Da un palazzo è stato esposto uno striscione con la scritta "Il possesso uccide". E ancora: "Ciao Pamela", accanto ai mazzi di fiori e ai bigliettini portati in questi giorni. Al corteo hanno preso parte anche le attiviste del movimento "Non una di meno", che avevano a loro volta promosso l'iniziativa sui propri canali social. "Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce", hanno scandito durante la marcia. E ancora: "Lo stupratore non è malato, è il figlio sano del patriarcato".

"Il femminicidio è solo le punta dell'iceberg - hanno spiegato le organizzatrici dell'iniziativa -.

Ogni donna ha subito o subirà prima o poi violenza. Ci sono tanti tipi di violenza. Uomini, dateci una mano, svegliatevi. Aiutateci a costruire un mondo dove siamo tutti più liberi, perché questo è il problema di base".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica