Anche a Milano il Prof fa il pieno di fischi

Gli studenti contestano Prodi invitato per la laurea ad honorem: «Devi studiare». La replica: «Le istituzioni vanno rispettate». Maroni (Lega): «Protesta meritata»

da Milano

«Devi studiare, Romano devi studiare». Urla, fischi, bandiere agitate. Dopo quelle di Vicenza, degli operai di Mirafiori e dei partecipanti al Motorshow a Bologna, Prodi aggiunge alla sua personalissima collezione anche la contestazione degli studenti della Cattolica di Milano. Universitari veri, nulla a che fare con gli estremisti di Autonomia e Rifondazione comunista che mercoledì all’università di Torino avevano accolto con fumogeni e petardi il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. E il governo in due soli giorni raccoglie insulti bipartisan da giovani di destra e di sinistra.
Ieri l’appuntamento era con la laurea honoris causa in Scienze politiche conferita al premier, costretto a entrare da un cancello laterale, e all’ex primo ministro spagnolo José Maria Aznar. Un Prodi ri-dottore, visto che proprio da qui il leader del centrosinistra era uscito con la pergamena della facoltà di Giurisprudenza. «È inconcepibile - la protesta di Azione universitaria, il movimento dei giovani di An - che l’ateneo dei cattolici italiani premi il capo di una maggioranza che ha proposto la stanza del buco, vuole legalizzare la droga e il matrimonio tra omosessuali. Questa sarebbe attenzione ai valori della famiglia e della dottrina sociale della Chiesa?». Frasi tradotte in modo molto più goliardico dai manifestanti («Prodi pervertito, Luxuria è tuo marito»). «Di fronte alle contestazioni ci vuole tolleranza, ma non va dimenticato il rispetto per le istituzioni», la replica di Prodi. «Questa - aggiunge - è l’Università in cui io ho imparato non solo a studiare, ma soprattutto il dialogo e la comprensione».
«I fischi a Prodi sono tutti meritati», commenta Roberto Maroni, presidente dei deputati della Lega. Non la pensa così il ministro Rosy Bindi che distingue tra contestazioni buone e cattive. Fischiare i membri del governo, constata, «è diventato lo sport nazionale, ci hanno preso gusto». «Credo - aggiunge salomonica - che ci siano delle contestazioni espressione del Paese reale e dei problemi veri che vivono famiglie e lavoratori che vanno ascoltate. Ci sono, invece, gazzarre organizzate che non ci scoraggiano».
I cori e gli striscioni fuori, ma forse la stilettata più efficace a Prodi arriva nell’atmosfera felpata dell’aula magna dove il rettore Lorenzo Ornaghi, avvolto nell’ermellino, officia la cerimonia. La prima lectio magistralis tocca ad Aznar. Che ricorda come «l’Europa sia semplicemente inspiegabile senza le sue radici cristiane». E poi condanna la «tentazione del nichilismo» e ricorda l’importanza del matrimonio. «Altre realtà - aggiunge - come le unioni tra persone dello stesso sesso o le cosiddette “forme alternative di famiglia”, possono essere molto rispettabili, ma non devono essere equiparate né al matrimonio, né alla famgilia». Parole decise ed è impossibile non andar con la mente ai Pacs e alle tentazioni zapateriste del centrosinistra di casa nostra.

Prodi, un po’ goffo nella toga che nonostante il nero non aiuta a smagrirlo, ribatte con sette paginette in cui con tono professorale parla di euro e allargamento dell’Europa. «È necessario che gli studenti partano per i diversi Paesi europei e che lì possano incontrarsi». Per il momento sono fuori, impegnati a fischiarlo.

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