Anche Montezemolo sbugiarda il Pd «Testo lineare, giusto confrontarsi»

RomaSulla giustizia, la maggioranza «finalmente, fa sul serio», e «l’opposizione, con tutte le cautele del caso, non può sottrarsi a un confronto di merito». L’ultimo colpo alla trincea della sinistra sulla giustizia porta la firma di Italia Futura, l’associazione guidata da Luca Cordero di Montezemolo.
Il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani aveva deciso di battere Antonio Di Pietro sul suo terreno, respingendo a priori il confronto sulla riforma. Sperava così di trascinarsi dietro il resto del centrosinistra, ma è finito nei vagoni di coda. Ieri è stato appunto Montezemolo a farsi portavoce dei malumori di chi, fuori dalla politica, pur non sostenendo il governo, non accetta l’idea di un’opposizione schiacciata su Italia dei Valori e Anm.
Il fatto è, si legge in un articolo pubblicato sul sito di Italia Futura, che il governo fa sul serio. Sulla giustizia hanno scelto «una strada difficile ma – va riconosciuto - finalmente lineare». E l’alibi del conflitto di interesse del premier non può valere più visto che Silvio Berlusconi ha detto di volere «difendere se stesso e le proprie ragioni nei processi e non fuori dalle aule».
«Scegliendo la strada di una contrapposizione pregiudiziale», l’opposizione finisce invece, «per avallare i comportamenti prevalsi nel passato che si sono nel tempo tradotti in un conflitto permanente a cui certo non sono state estranee le preoccupazioni personali del presidente del Consiglio, ma che, alla fine, si è giocato tutto sulla pelle dei cittadini e delle imprese». Il conflitto sui temi della giustizia, è stata «la giustificazione più comoda alle mancate scelte compiute dalla politica in questi anni». Tradotto, i vari allarmi sui golpe striscianti, il fantasma del conflitto di interessi, sono stati troppo spesso agitati per non cambiare nulla. Ed è sbagliata anche la tesi di chi sostiene che la giustizia sia un tema lontano dai bisogni degli italiani.
L’associazione di Montezemolo segnala alcuni punti critici della riforma (i poteri della polizia giudiziaria e i limiti della costituzionalizzazione del potere ispettivo del ministro della Giustizia). E mette in guardia la maggioranza da «sbavature sia pur minime» della riforma. Il riferimento è all’emendamento anti «norma transitoria» che ieri - ha annunciato il ministro della Giustizia Angelino Alfano - l’autore, il deputato Pdl Maurizio Paniz, ha presentato.

Segnali che il confronto sulla riforma in Parlamento è reale. Come dimostra anche un altro fatto di ieri, l’approvazione di un emendamento del Pd alla proposta di legge sulla remissione tacita della querela, passato contro il parere del governo.

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