Anche nella Lega c’è partitocrazia Ecco quello che succede in Liguria

Anche nella Lega c’è partitocrazia Ecco quello che succede in Liguria

Egr. Dott. Lussana, ho letto il Suo fondo sulla Lega, del 25 maggio, e devo purtroppo riprenderLa in alcuni punti e correggere certe Sue affermazioni che non corrispondono al vero, probabilmente per quanto in Suo possesso non di certo per malafede.
Su un unico punto il Suo giudizio è pienamente condivisibile e cioè la «monomaniacalità» sul tema della moschea che non ha portato a nulla.
Circa il Suo concetto di «esiguità» della classe dirigente Lei è ben distante dalla realtà e il Suo «Ma poi?» potrebbe risultare offensivo per i numerosi militanti, appartenenti a tutte le categorie sociali, che partecipano alle varie manifestazioni, preparano e trasportano i gazebo in ogni punto della città, con sacrificio di tempo e denaro e si impegnano nella loro vita privata a propagandare il verbo della Lega, mettendoci la faccia, senza mai ricevere un cenno di riconoscenza dalla dirigenza, come se tutto fosse dovuto a lor signori e che non fa altro che accrescere il distacco fra base e vertici.
Lei conosce per caso che cosa pensa l'«esigua» dirigenza circa i grandi problemi della città e della Liguria come ad esempio per indicarne qualcuno: il porto e il sistema portuale ligure, l'aeroporto, contiguo al porto, la gronda, la proposta busvia lungo il Bisagno, l'urbanistica cittadina e della regione, la crisi economica, la socialità? Sono questi alcuni dei temi con cui un movimento politico si qualifica e si pone all'attenzione, proponendo soluzioni serie e concrete, dialogando con i cittadini e promovendo convegni e riunioni nei quartieri.
Ricordo che molti leghisti liguri sono andati all'epoca a manifestare alla Malpensa in difesa dell'economia della zona, ma si sono dimenticati che la Malpensa della Liguria è il porto di Genova e i colleghi lombardi, evidentemente non sollecitati, non si sono mossi per ricambiare il favore.
L'«esigua» dirigenza, per trattare certi argomenti deve ricorrere a più tecnici specialisti, nel senso più ampio, più preparati che potrebbero mettersi in mostra, manifestando delle opinioni ed oscurare l'attuale nomenklatura il che non è probabilmente non è per questa accettabile. Molto meglio andare con un megafono a fare un po' di chiasso per la moschea perché non è necessaria alcuna capacità.
L'unico che con naturalezza ricorre a consiglieri fidati è l'amico Di Prima, da Lei citato, che sempre presente sul territorio del suo municipio, quando deve affrontare certi problemi, chiede consigli e pareri per poi decidere in armonia con la sua giunta presieduta dal sempre più valido Ottonello.
Lei forse non sa che a Di Prima, regolarmente eletto, qualcuno della Lega aveva chiesto di lasciare il posto di assessore del municipio del Medio Levante, a favore di altri senza particolari qualità.
Sappiamo addirittura di nostri militanti cui è stata preclusa qualche comparsata in televisione, durante la recente campagna elettorale per le regionali, per non disturbare l'«esigua» dirigenza.
Lei ha affrontato il problema con l'approccio sbagliato, trascurando il fatto che è una forte e capace militanza che qualifica un movimento politico e non alcuni personaggi che gestiscono il loro potere in modo da far sembrare il defunto Ceausescu un vero democratico.
Vi sono, magari Lei non può saperlo, molti militanti della Lega anche da venti anni e più, e Di Prima è uno di questi; che potrebbero essere disponibili per svariate attività utili per far crescere qualitativamente il movimento, ma mai la nomenklatura ha chiesto una fattiva e concreta collaborazione, salvo casi rarissimi.
Se per un miracolo Einstein chiedesse la tessera della Lega non accadrà di certo che l'«esigua» dirigenza lo coopti, ma anzi sarà emarginato come elemento pericoloso che potrebbe occupare una poltrona.
Meglio essere «esigui» ed avere il potere locale concentrato nelle stesse e poche persone, piuttosto che distribuirlo su più militanti, non si sa mai.
Purtroppo molti di questi ultimi sono un po’ pecoroni e non reagiscono mai, per il quieto vivere e per i loro impegni di lavoro e familiari, per cui è ovvio che il gruppo degli «esigui» resti esiguo.
Ovviamente in questi frangenti appaiono all'improvviso personaggi come Belsito, che non conosco personalmente, il quale dopo circa tre anni di iscrizione alla Lega, è assurto ad incarichi di una certa importanza che hanno lasciato di sasso e sorpresi molti militanti.
Pertanto è veramente difficile nel nostro movimento far emergere persone di un certo prestigio per incarichi di una certa importanza.
Bisogna infine ricordare come ed in quali condizioni è nata la Lega, come partito diverso dagli altri e con differenti e semplici programmi fatti propri da molti cittadini. Chi vuole che la Lega assomigli sempre di più alla partitocrazia attuale non farà altro che allontanare i cittadini che piano piano si rivolgeranno altrove e allora non si tratterà più di poltrone ma di sopravvivenza.
Caro Lussana, venga in qualche sezione della Lega ad assistere alla svolgimento della normale attività.

Lei sarà meglio informato e direttamente e potrà così descrivere quanto constatato.
Mi fermo qui perché la discussione diventerebbe troppo lunga e ringraziando per l'ospitalità in attesa di una visita invio cordiali saluti.
*Sezione Levante
Lega Nord Genova

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