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Anche a Parigi è già finita la favola della Sharapova

Tra gli uomini Nadal vince il derby con Ferrer e in semifinale se la vedrà con Federer

Lea Pericoli

da Parigi

Quando Maria Sharapova lo scorso anno vinse Wimbledon scrissi che per essere perfetta la sua bella favola si sarebbe dovuta concludere come i film in bianco e nero di tanti anni fa. Musica in crescendo e dissolvenza incrociata. Sul suo faccino sarebbe dovuta comparire la scritta «The End» e avremmo avuto un racconto perfetto. Conoscendo il tennis sapevo che da quel momento la «Bambola d’Oro» sarebbe stata costretta ad arrampicarsi lungo un cammino impervio. Alla vigilia dell’incontro con Justine Henin, a Roland Garros, Maria si era dichiarata sicura del proprio tennis: «So esattamente come giocare per vincere», aveva minacciato. Purtroppo non è stato così. Justine le ha impartito una dura lezione. Sballottata da un capo all’altro del campo, la Sharapova ha semplicemente subito, perdendo 6-4, 6-2. Il tutto ripreso da dodici crudeli telecamere che si divertivano prima ad inquandrare il suo prezioso orecchino di diamanti, poi a «stringere» sui languidi occhi azzurri annebbiati dal pianto. Dopo la sconfitta le domande insidiose, il confronto con la stampa. «Il fatto che non arriverai a Wimbledon come numero 1 può toglierti pressione?», le hanno chiesto. «Non ho mai provato pressione - ha assicurato Maria -, tornerò sull’erba serena per rivivere i meravigliosi momenti dello scorso anno». Alla bellissima Sharapova sinceramente auguro che i ricordi siano simili a ciò che disperatamente sta sognando.
Ieri a Parigi sono state ridimensionate le altre due bambine prodigio. La diciassettenne Ana Ivanovic è stata travolta dalla russa Nadia Petrova con un doppio 6-2. La quindicenne bulgara Sesil Karatantcheva ha perso per 2-6, 6-4, 6-4, da un’altra russa: Elena Likhovtseva. Poi, nel match più atteso della giornata, Mary Pierce ha regalato ai francesi una gioia grande, trasformandosi nell’unica rappresentante superstite dell’orgoglio nazionale. Mary ha battuto Lindsay Davenport per 6-3, 6-2. Poche volte nella mia vita di giocatrice e giornalista mi ero trovata di fronte a due donne che picchiavano tanto forte, solo per non lasciarsi spostare, sul campo. Pierce e Davenport, due pesi massimi al femminile. Uno solo lo schema: togliere la racchetta dalle mani dell’avversaria. Due giochi simili, fatti di errori e spintonate. Non è stata una bella partita, ma il fallait le faire e Mary Pierce ce l’ha fatta, per la gloria dei suoi connazionali.
In campo maschile continua la corsa vincente di Roger Federer. Dall’inizio del torneo il numero uno del mondo non ha ancora perso un set. Ieri lo svizzero ha bastonato il nipotino di Ilie Nastase, un talentuoso tennista rumeno che risponde al nome di Victor Hanescu: 6-2, 7-6, 6-3 lo score. Federer ha incantato con il suo gioco splendido. Sono davvero numerosi i suoi fans. Anche gli antichi campioni come lo stesso Nastase, McEnroe, Woodforde, Wilander, Noah, Pietrangeli, sperano che il suo grande talento venga premiato sulla terra rossa del Centrale intitolato a Philippe Chatrier.
L’altro percorso perfetto è stato messo a segno dallo spagnolo Rafael Nadal, che aveva di fronte un tipo molto pericoloso, il connazionale David Ferrer, «killer» di Gaston Gaudio, vincitore della passata edizione. Nadal ha vinto per 7-5, 6-2, 6-0, aiutato in parte da un problema alla schiena di Ferrer. L’unico vero peccato è che la sorte ha voluto che il grande confronto tra Federer e Nadal avvenisse in semifinale. Nella parte bassa del tabellone oggi assisteremo a due sfide molto meno accattivanti. Il primo quarto di finale vedrà di fonte gli argentini Puerta e Canas.

Nel secondo assisteremo al duello tra Robredo e Davydenko.

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