Anche quadri con la vernice fresca

Anche quadri con la vernice fresca

(...) A quel punto, la tentazione di capire chi si celava dietro i numerosi invii era troppo forte. Ma alle nostre telefonate, alle nostre lettere, l'eclettico lettore non ha mai risposto. Anzi, l'intervista, lui, l'ha pure rifiutata. «No, grazie, non mi interessa». E invece di diminuire, i pacchi, sono aumentati. L'incontro tra arte, letteratura, scienza e matematica rende ancor più curioso questo artista: i risultati sono indubbiamente discutibili, ma quanto meno mostrano una personalità eccentrica. A tutto tondo. Di recente, i trattati di fisica sono diminuiti. Per contro, mentre una sorta di dialogo con Pier Paolo Pasolini resta una costante nelle sue dissertazioni filosofiche, lo stile della pennellata si è evoluto, in questi due anni di misterioso filo diretto con «il Giornale». Le prime sono state le nature morte e le bottiglie, di Morandiana memoria, oggetti ripetuti all'infinito sulla carta. Niente ombre, niente chiaroscuro né colore. Solo schizzi. Anzi, per dirla a modo suo, «studi». L'evoluzione naturale dell'artista l'ha portato in poco tempo a confrontarsi con il colore: tempere e oli dalle tinte forti e pennellate spesse, con svolgimento verticale, alla Jackson Pollok, per attraversare poi un periodo astrattista spostandosi da Kandinskij a Mirò. Non si tratta affatto di copie, intendiamoci. Sono invece interpretazioni molto personali degli stili che hanno consegnato alla storia alcuni grandi artisti. Un suo ritratto psicologico, basato sulla sua vasta produzione, ci direbbe che A.R. ha scelto la via dell'arte non per inseguire la fama, bensì per il bisogno di mostrare agli altri come vede e interpreta il mondo, tanto attraverso i suoi scritti, quanto attraverso i suoi dipinti. La scelta dell'anonimato, in particolare, fa pendere per questa versione dei fatti. Una maschera neutra che, però, potrebbe essere presto destinata a cadere. Lo fa pensare una recente telefonata in redazione, attraverso la quale, l'artista, si informava su una eventuale pubblicazione della raccolta completa delle sue opere.
Un'ultima curiosità: ormai da un anno, quasi tutte mattine, un ragazzo si presenta alla porta della redazione recapitando pacchi di disegni e quadri, di tutte le dimensioni. Un fattorino, sembrerebbe. Ma alcuni indizi fanno pensare che si tratti proprio del «nostro», anche se non si è mai presentato direttamente. L'ultimo nato dal pennello del pittore è un «fresco». Nel verso senso della parola: è arrivato a destinazione, in viale Brigate Bisagno, interno 2, con la vernice ancora umida. La tela è stata ricavata da un quadro già esistente: lo ha scalzato dalla cornice, lo ha girato e lo ha dipinto sul retro. Forse con tutto quello che ha speso in francobolli sta iniziando a risparmiare sulle cornici. Forse la sua musa non gli ha dato il tempo di procurarsi il materiale per realizzare il dipinto. L'ispirazione è così: quando arriva, arriva. Chi può dirlo. Dopo due anni, e più di un centinaio di opere, il flusso creativo non si è ancora interrotto.

E le sue buste, i sui pacchi, sono diventati quasi un rito quotidiano. Ci si aspetta sempre si trovare, tra le lettere che ogni giorno giungono in redazione una busta siglata A. R. Anzi, ormai, quasi la si cerca. E lei, immancabile, c'è sempre.

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