Anche Ranieri perde Legrottaglie ma ritrova la Formica atomica

NOIA E GIOIA Primo tempo da sbadigli, nella ripresa le emozioni di una sfida però rimasta modesta

nostro inviato a Lecce
A sentire Special One, che aveva annunciato di non dedicare nemmeno un minuto alla visione di Lecce-Juventus, il match di Via del Mare ha perso uno spettatore d’eccezione. Se è andata davvero così, il tecnico dell’Inter ha fatto bene a non accendere la tv. Partita soporifera e noiosa, con la Juve giunta in Puglia senza nove elementi – l’ultimo ad alzare bandiera bianca è Iaquinta che rimedia un fastidioso torcicollo dopo uno stacco di testa nell’ultimo allenamento – che ha rimandato a quella di un passato nemmeno tanto lontano. Nel quale il gioco latitava e le sofferenze aumentavano, pure al cospetto di un avversario non certo irresistibile. Ergo, il distacco di sei punti in classifica resta invariato, ma l’impressione è che il divario con i nerazzurri sia al momento più ampio. Il segnale che arriva però dal Salento è di una Juve sì incerottata, ma caparbia e mai arrendevole fino al 90’. E così se il reparto offensivo è quasi totalmente sguarnito, sono proprio i colpi di Giovinco ed Amauri (gli unici attaccanti a non marcare visita) a salvare la squadra di Ranieri da un pomeriggio che rischia di diventare beffardo. «È una vittoria che vale tantissimo, meno male che la mia squadra non molla mai», dirà alla fine Ranieri.
Nella Juve dal minimo garantito la formica atomica - questo il soprannome del talentino di Borgaretto, nella “cintura” torinese - si regala la prima gioia in bianconero alla seconda da titolare imitando capitan Del Piero (assente con tanto di giustificazione) con una perla su punizione; il brasiliano si crogiola in un letargo imbarazzante prima di inzuccare al 90’ una palla servita da De Ceglie e servire su un piatto d’argento i tre punti alla Juve come già accaduto con Udinese, Cagliari e Torino. Nel mezzo la prodezza di Cacia (diagonale al volo di sinistro su cross di Giacomazzi), un giovanotto di belle speranze lanciato da Piacenza e transitato senza fortuna a Firenze. La mossa disperata di Beretta a metà ripresa che aveva ridato speranze a un Lecce non eccelso, ma meno molle di quello strapazzato dalla Roma due settimane fa. La Juve, quasi frastornata dall’assenza del suo capitano e suggeritore, non graffia. Si muove a ritmo lento, facendo così il gioco del Lecce. «Onore ai pugliesi, sapevo che non era una partita facile», il giudizio del tecnico bianconero. Rinfrancato dal colpo di testa di Amauri che salva una giornata opaca e tiene agganciata la sua Juve al Milan.
La mente va già alla sfida di domenica prossima. Che al momento, viste le difficoltà incontrate da entrambe nel turno di ieri, sembra valere solo per la piazza d’onore. Partono alla pari le due «presunte» rivali di Mourinho, lontane però anni luce dallo splendore offerto dall’Inter all’Olimpico sabato sera. Ranieri scherza via tv con il collega Ancelotti: «Dobbiamo valutare Camoranesi, Zanetti era pronto anche ieri a rientrare ma ho preferito non rischiarlo, Del Piero dovrebbe farcela, Legrottaglie sarà squalificato. In pratica ti ho già dato la formazione... Anche se so che a te mancherà Gattuso». Sorrisi di circostanza, ma l’attesa cresce. Alex Del Piero, rimasto a casa solo per tirare il fiato, sta già scaldando i motori e potrebbe fare un’apparizione anche mercoledì in Champions con il Borisov.

C’è da registrare qualcosa in difesa (dove Mellberg sarà titolare forzato) visto che ieri il Chiellini strepitoso dell’avvio di stagione per una domenica è parso la sua brutta copia. «Domenica mi aspetto una partita normale con il Milan che avrà in campo tanti campioni», taglia corto Ranieri. Servirà un’altra Juve.

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