Anche la sinistra «chiude» le finte aperture di Burlando

Anche la sinistra «chiude» le finte aperture di Burlando

Le prove di «volemose bene» naufragano al primo consiglio regionale. Lo stesso Claudio Burlando che aveva provato a fingere un po’ di buonismo verso l’opposizione, prende atto che nella sua rete sono finiti solo pochi avversari e getta la maschera. Anche perché tra i «falchi» non annovera solo la maggior parte dei consiglieri del centrodestra, ma gli stessi capigruppo dei partiti della sua coalizione, Raffaella Paita (Pd) e Nicolò Scialfa (Idv) in testa.
I falchi
L’accenno di apertura di Burlando fa da filo conduttore a tutti gli interventi dell’opposizione. Ogni consigliere prende la parola e sceglie la strategia. Tra i più disincantati è sicuramente Matteo Rosso (voto 8+), capogruppo Pdl, che annuncia di aver fatto ogni «sforzo per provare a essere generoso», ma di essersi già ricreduto. Smonta Burlando punto per punto, lo mette all’angolo dati alla mano, liste d’attesa in pugno: «Lei stesso 5 anni fa diceva che le liste d’attesa e la fuga di pazienti erano causate del pessimo servizio reso dalla Regione. Dopo i 5 anni della sua giunta la situazione è peggiore». Rinfaccia al presidente anche la caduta di stile nei confronti del non rieletto Gianni Plinio. E per concedere un’apertura, per «ammettere di essersi sbagliato» chiede che i prossimi incontri propagandistici con comitati, cittadini e categorie vengano organizzati anche alla presenza della minoranza. Non deve invece ingannare la gentilezza e l’aplomb di Marco Scajola (voto 8), che si scusa con il presidente per bastonarlo. «Abbia pazienza, ma le critiche al governo sono scuse infantili - maschera l’emozione l’esordiente - Mi scusi, ma è deludente. Mi perdoni, ma lei per volontariato cita l’Arci e dimentica il volontariato vero». Non risparmia neppure i neo assessori Angelo Berlangieri e Giovanni Barbagallo. Respinge al mittente ogni apertura anche Gino Morgillo (voto 7.5): «Come fa a chiedere collaborazione chi tarocca i conti della sanità prima delle elezioni? E chi chiede ai consiglieri sacrifici poi aumenta gli assessori in barba allo statuto e alle promesse?»
Anche dai banchi della maggioranza ci vuole poco a tradire il vero sentimento di contrapposizione. Raffaella Paita (voto 7-) sfodera un’ottima arte oratoria, ma anche eccessiva «sincerità» politica. Smaschera la finta apertura di Burlando tacciando di «demagogia» ogni discorso dell’opposizione, ma soprattutto critica Alessio Saso chiamandolo per nome, mentre quando c’è da rendere onore a un intervento di livello come quello di Edoardo Rixi della Lega (voto 7.5) dice di aver sentito da «qualcuno» una cosa giusta. Onestà per onestà, non risparmia però brusche frenate alla sua coalizione su acqua pubblica e sanità («qualche incidente di percorso c’è stato»). Le risponde subito piccata Raffaella Della Bianca del Pdl (voto 7+), che mostra come le parole dell’avversaria abbiano cancellato ogni ipotesi di inciucio. E che bacchetta pure Nicolò Scialfa dell’Idv (voto 6-) che tradisce più di una divergenza nella maggioranza su nucleare e banche, mostrandosi piuttosto a suo agio quando parla di scuola. Tra i falchi, seppur con toni diversi, anche Aldo Siri (voto 5.5), Franco Rocca (6--) e Marco Melgrati (voto 6.5) che dice di aver pronta la saliva per l’assessore Berlangieri che aveva chiesto di sputargli in faccia se nei primi 100 giorni non avesse stracciato il piano degli alberghi fatto da Burlando.
Le colombe
«Colomba» decisamente a sorpresa è Sandro Biasotti (voto 3 o 9, a seconda che ottenga o meno l’obiettivo segreto), che nega di voler fare il coordinatore regionale del Pdl ma addirittura annuncia «stima» e «non antipatia» per chi lo ha battuto due volte, nel caso accetti convergenze su almeno dieci questioni. Meno ad effetto gli interventi di Gino Garibaldi (voto 5.5) e Roberto Bagnasco (6-). Imbarazzato e imbarazzante l’ex leghista e oggi Udc Marco Limoncini (voto 4) che arriva a rinnegare persino il federalismo. Ancorati a un passato ideologico Matteo Rossi (5--) e Alessandro Benzi (5+).
Gli sfidanti
C’è poi tutta una categoria speciale. Né falchi né colombe, ma piuttosto decisi a proporre una sfida, risultano gli altri consiglieri di opposizione. Critico con attenta citazione di ogni fatto concreto è Alessio Saso (voto 7.5), che non risparmia qualche osservazione anche al centrodestra. Senza sussulti, ma in linea con il ruolo di oppositori Roberta Gasco e Francesco Bruzzone (6 a entrambi).

Alla fine di tutti gli interventi, in barba agli accordi Burlando ha ripreso la parola, per dire che ogni intervento dell’opposizione era sbagliato e i bravi erano tutti nella maggioranza. Almeno è finito il tentativo di farsa.

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