Anche Terzi si iscrive al tiro alla Sparkling

Anche Terzi si iscrive al tiro alla Sparkling

I lustrini e le toppe sotto lo stesso cielo. Milano si prepara a ospitare le finali di Coppa Italia dell'1-2 marzo, con il contorno di Volleyland, che l'anno scorso seppe radunare 23.000 persone in due giorni al DatchForum. Ma Milano rischia anche di perdere la Sparkling, la squadra nata nel 2006, subito promossa in A1 e ora in corsa per i playoff. È di giovedì la lettera aperta di Lapo Elkann, presidente onorario, l'uomo che dovrebbe, grazie ai suoi contatti, portare marchi sulle nude maglie di Milano: «Non si è presentato nessuno sponsor importante, la squadra è in grave difficoltà», ha scritto il rampollo di casa Agnelli ma i problemi alla Sparkling hanno radici più antiche.
Stipendi in ritardo, premi promozione da riconoscere, malumore alle stelle. Prima della partita con Cuneo la società avrebbe promesso di sbloccare la situazione entro il 20 febbraio poi, non essendo cambiato nulla a quella data, i giocatori avevano esaminato varie possibilità: non scendere in campo domani - ma più di metà squadra voleva comunque continuare - emettere un comunicato ufficiale, adire le vie legali. Intanto, tre veterani come Vicini, Rosalba e Giombini hanno saltato l'allenamento di giovedì mentre gli agenti dei giocatori cercavano un accordo sugli stipendi non versati con il patron Claudio Giovanardi. Ieri, invece, la squadra si è allenata al completo. Il futuro è a rischio anche se i vertici della Lega Volley, incontrando ieri l'imprenditore emiliano, hanno esaminato possibili soluzioni.
Giovanardi non molla ma è bloccato da un serio problema di salute, le cui conseguenze si riflettono su un club che, fin dal suo debutto in A2, cerca invano quegli sponsor di cui in A1, con i costi della metropoli, è difficile fare a meno. Il Club Sparkling, ovvero il progetto di azionariato diffuso che avrebbe dovuto in parte ovviare al problema, non è decollato (meno di cento i sottoscrittori) e 2300 spettatori di media sono solo una buona cornice. Non contando, come il basket, sul supporto di Milan e Inter né, come l'hockey, su un mecenate facoltoso e appassionato come Di Canossa, il volley, in città, abbassa la rete.
Milano rischia così di perdere la Sparkling, cinque anni dopo l'Asystel, scesa a Piacenza. L'appello di Lapo può essere letto come l'estrema mossa mediatica per muovere le stagnanti acque cittadine, certo sarebbe interessante domandare al presidente onorario, che è all'estero e non parla, quali passi abbia in effetti compiuto per aiutare la società. Forse lo farà l'assessore allo sport del Comune Giovanni Terzi, che ieri ha duramente attaccato Giovanardi. «Milano è come una bella donna, non puoi portarle fiori finti: quando uno ha un progetto deve portarlo avanti seriamente ma se non paghi gli stipendi vuol dire che c'era qualcosa di poco serio fin da principio. Incontrerò Elkann nei prossimi giorni, vedrò se è possibile pensare a un nuovo progetto di 2-3 anni. Il Comune potrebbe offrire alla Sparkling alcune agevolazioni. Magari attraverso il Club Milano, il pool, di cui mi faccio promotore, per fornire servizi e aiuti alle varie squadre cittadine». Resta una considerazione: Lapo è solo un tifoso eccellente, il proprietario della Sparkling è Giovanardi.

Se si vuole salvarla, fargli la guerra non è la mossa vincente.

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