Ancora un blitz contro la Cisl Bonanni: «Squadristi rossi»

RomaAncora prove di guerriglia e avvertimenti in stile mafioso contro la Cisl di Raffaele Bonanni. Ieri è stata presa di mira la sede di Terni, più o meno secondo le stesse modalità delle volte scorse. Uova contro l’ingresso del sindacato e la scritta «Cisl, Uil, servi». Come firma una falce e martello. Poco dopo, secondo uno schema che sembra ripetersi, la seconda aggressione. Le finestre della sede Cisl di Teramo sono state colpite da sassi e all’esterno è stata lasciata una scritta del tutto simile a quella della cittadina umbra: «Cisl e Uil servi dello Stato».
«Squadracce che si muovono con uno stile da fascisti. Il colore di cui vogliono tingersi è rosso, in effetti è un rosso che porta al nero, e alla simbologia dell’iniziativa tutta fascista e ai criteri di violenza delle squadracce», ha commentato Bonanni. E in serata il dipartimento della Pubblica sicurezza del Viminale ha inviato una circolare a prefetti e questori per invitare a una «costante attenzione» sulle sedi dei sindacati dopo gli episodi di questi giorni.
Lo stillicidio delle intimidazioni è iniziato quando i sindacati, tranne la Cgil, hanno firmato l’intesa con la Fiat per Fabbrica italia. Il primo episodio è stato l’aggressione, alla festa del Pd di Torino, contro il segretario generale della Cisl, colpito con un fumogeno e cacciato dagli autonomi che hanno letteralmente invaso la tensostruttura dove era in programma un dibattito. Poi è stata la volta delle contestazioni e delle uova tirate a Treviglio e Livorno; contestazione organizzata da alcuni militanti e dirigenti della Fiom. Pochi giorni dopo il blitz, organizzato dagli autonomi romani contro la sede centrale del sindacato cattolico - con fumogeni uova e vernice rossa - e l’aggressione verbale, da parte di delegati della Fiom contro iscritti e dipendenti della Cisl di Merate (Lecco).
Ieri i due blitz, anonimi. Con modalità che preoccupano e hanno fatto abbandonare ogni prudenza anche al segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. «Adesso basta, una sede sindacale appartiene al mondo del lavoro quale che sia la sigla, quale sia la sua attuale collocazione. Neanche negli anni Cinquanta questo è avvenuto». Le aggressioni contro i sindacati «sono segni che non solo non vanno tollerati, ma vanno combattuti». Sulla stessa linea la futura leader della Cgil che però difende la Fiom. «Tengo a precisare - ha sottolineato Susanna Camusso - che si tratta di un avvenimento spiacevole e di cui non abbiamo capito le origini, ma che non ha nulla a che vedere con la manifestazione della Fiom il 16 ottobre. Una manifestazione sindacale su temi quali il diritto al lavoro e il diritto a un contratto nazionale di lavoro».
L’inasprimento, hanno invece spiegato i segretari umbri Ulderico Sbarra (Cisl) e Claudio Bendini (Uil), «è dovuto anche alle dichiarazioni dei vertici della Fiom che, a seguito degli attacchi avanzati da suoi iscritti e dirigenti contro la Cisl, hanno addirittura definito “improprie e inutili” le sanzioni per i propri iscritti che invece erano state proposte da Epifani. Avevamo già percepito un clima ostile, sembra si sia ormai abbandonata l’idea del ragionamento e della dialettica».

Stile anni Settanta, la replica della Fiom umbra che, per bocca del segretario di Terni Attilio Romanelli ha definito «infantili, inutili e in alcuni casi anche dannose iniziative finalizzate ad offendere sedi sindacali come quelle verificatesi a Terni».

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