MilanoIrrompono nel cortile del Comune di Milano senza trovare grossa resistenza e portano avanti il loro show, indisturbati, per quasi due ore. Scene mai viste. I ragazzotti del centro sociale «Il Cantiere», stavolta in veste di No Tav, sfoderano megafoni e striscioni per protestare contro il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli, tacciato come «il boia della Val di Susa» dopo gli arresti di alcuni antagonisti. E tentano di impedire (senza riuscirci) lo svolgimento di un convegno sulla legalità a cui è stato invitato da Anpi ed altre associazioni. Cori, recriminazioni e slogan da corteo, urlati senza freno in una sede istituzionale. Come se nulla fosse, senza lintervento di nessuno. O per lo meno, parecchi consiglieri della sinistra di Pisapia passano davanti al mini presidio: passa Andrea Gibillini, amico dei centri sociali, passa Mirko Mazzali, avvocato del No Tav arrestato. Passano Giovanni Confalonieri, Davide Corritore. Nessuno proferisce parola.
Lunico a parlare è il presidente del Consiglio comunale milanese Basilio Rizzo. Ma lo fa in maniera fin troppo morbida, offrendo perfino ai ragazzi un momento di confronto e unopportunità per prendere la parola durante il convegno. Ma loro, più bravi a sciorinare slogan che a sostenere un dibattito vero, rifiutano: prima vogliono la liberazione dei compagni in «carcere preventivo».
Limbarazzo in Comune è tanto, soprattutto quando ci si rende conto che la protesta non è solo contro Caselli ma è diretta anche contro il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Lirruzione insomma si rivela una sorta di cavallo di Troia. «Il nuovo vento soffia a favore delle ferrovie» urlano i centri sociali ricordando alla giunta arancione che il sindaco è stato eletto anche con i loro voti.
Silenzio e tensione. Solo dopo unora e mezza abbondante, quando gli antagonisti hanno esaurito gli argomenti, scatta lo sgombero. I commenti politici e le «condanne» arrivano a protesta finita. «Nessuno pensi di intimidirci» risponde Pisapia ai no global. E anche il Pd parla di «unarroganza ingiustificata».
Quando il procuratore Caselli arriva in Comune, la protesta è finita da un pezzo. E lui, accolto da un minuto di applausi, saluta «il popolo della democrazia», condanna la manifestazione e ammette: «Se non mi sentissi minacciato sarei superficiale».
A rispondere alla protesta dei No Tav sono anche i rappresentanti dellAnpi, accusati da quattro sovversivi di nemmeno trentanni di aver offeso la memoria dei partigiani: «È una contestazione contro la libertà di tutti» replicano loro, i partigiani. Al loro fianco si schiera anche Emanuele Fiano (Pd): «Quello dei no Tav è un atto squadrista, che nulla ha a che fare con la democrazia». Dal canto suo, il Pdl condanna «leccessiva accondiscendenza alla manifestazione No Tav», come se unala della sinistra milanese in Comune avesse strizzato locchio ai sovversivi.
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