La guerra ora bussa anche alle porte del sancta sanctorum, ai cancelli della Zona Verde, larea blindata del centro di Bagdad dove vivono i governanti iracheni e le delegazioni straniere. Per fermarla il neonato governo del premier Nouri al Maliki ha dovuto, ieri, decretare lo stato demergenza e il coprifuoco in pieno giorno.
Finisce in burletta, invece, lo sciopero della fame annunciato dallex dittatore Saddam Hussein per protesta contro lassassinio di uno dei suoi avvocati. Secondo fonti americane lex raìs dopo aver saltato il pranzo di giovedì si sarebbe sbafato la cena successiva facendo intendere di aver rinunciato allo sciopero.
A trascinar la guerra alle porte della Zona Verde è il convoglio darmati dellesercito del Mahdi che attraversa in processione Haifa Street. I miliziani dellestremista sciita Moqtada Sadr scortano una delegazione religiosa diretta alla moschea di Baratha per commemorare gli 11 fedeli uccisi da un attentatore suicida durante la preghiera dello scorso venerdì. Ma per un gruppo sciita avvicinarsi ad Haifa Street, larteria che attraversa un quartiere sunnita e termina allingresso della Zona Verde, non è impresa facile.
Un primo agguato dei combattenti sunniti dà il via a una vera e propria battaglia nel cuore della capitale in cui entrano subito in gioco anche forze governative e soldati americani. Per svuotare le strade e facilitare la caccia ai miliziani antagonisti il governo decreta un coprifuoco che costringe i fedeli ad abbandonare la preghiera del venerdì e correre a casa. Subito dopo viene annunciato anche lo stato demergenza che garantisce il diritto ad abbattere o arrestare tutti i sospetti. Le misure eccezionali sortiscono leffetto desiderato e verso le cinque del pomeriggio il coprifuoco viene revocato.
Intanto unaltra imboscata sunnita costa la vita a un religioso sciita mentre la stessa moschea di Baratha, obbietivo della processione sciita, viene colpita con due bombe a mano.
Mentre la battaglia di Haifa Street si conclude con luccisione di cinque miliziani sciiti e di quattro militari governativi le autobomba mettono a segno le consuete stragi. Ad Hibhib, il villaggio dove è stato eliminato Abu Musab al Zarqawi, 12 fedeli sunniti vengono uccisi e 20 feriti da un veicolo esploso alluscita di una moschea. E a Bassora, capitale del sud sciita, unautobomba esplosa davanti una stazione di benzina fa a pezzi dieci passanti.
Sempre ieri due soldati americani sono stati uccisi da un ordigno esploso al passaggio della loro jeep.
Il governo di Al Maliki muove nel frattempo i primi passi verso quella vasta amnistia decisa per favorire un processo di riconciliazione nazionale. Ieri almeno cinquecento detenuti hanno lasciato il carcere di Abu Ghraib portando a 2.700 il numero dei prigionieri liberati nelle ultime due settimane.
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