Cronache

Ancora Facebook Un social network che è solo moda

Caro Dottor Lussana, mi permetto di dirLe che mi ha fatto molto piacere notare l'incontro a Rapallo con Plinio & C, perché io appoggio Plinio come candidato in questa campagna elettorale, ne ho letto ed apprezzato il libro «Gli sprechi della sinistra dalla A alla Z» che riporta una Sua prefazione molto simpatica ed ironica!
Mi collego al suo articolo su «Style» de «il Giornale» di Febbraio 2010 su Facebook. Sono pienamente d'accordo con Lei sull'inutilità di tale social network anche se è di moda.
Ovviamente bisogna sempre essere al passo coi tempi per cui è bene non escludere a priori le novità specialmente quando si tratta di tecnologia.
Ma queste novità e modernizzazioni spesso vengono utilizzate nella maniera inappropriata come nel caso di Facebook, e allora non mi vedono più d'accordo. Mi riferisco a quanto è accaduto all'indomani del ferimento di Silvio Berlusconi a dicembre 2009, quando sono stati scoperti su Facebook una marea di messaggi di odio e colmi dei desideri più spietati di morte verso il premier.
Roba inaudita.
Sono d'accordo con Lei quando afferma che le persone che vi aderiscono sono essenzialmente sole ed io aggiungerei che sono sole nel senso che non riescono stare da sole, evidentemente non sono in pace con se stesse ed hanno sempre bisogno di confrontarsi con altri magari ritenendoli amici quando in realtà chi su cui si può contare davvero sono i propri famigliari e come dice Lei gli amici veri, quelli con la a maiuscola.
Tanti si iscrivono su Facebook anche per notorietà, ma continuo a nutrirvi seri dubbi.
Ritengo sia un altro risvolto dei tempi odierni da un lato infarciti di progresso e dall'altro privi di quei valori che una volta erano più profondamente radicati nell'uomo.
Quindi penso che sia nostro compito quello di trovare gli spazi giusti e le cose più belle a cui interessarsi per arricchirci sempre di più.
Grazie per l'attenzione e le porgo cordiali saluti.
2UN INCIDENTE DI PERCORSO?
L’articolo su «Style»

sembra scritto da un talebano
Ho letto ora il tuo articoletto su «Style», che ho visto per la prima volta in vita mia perché impaninato con «il Giornale» di oggi.
Considerato il tuo luddismo esplicito e «vantato» non mi ha stupito il contenuto (purtroppo, nulla di nuovo), ma il livello dell'articolo stesso, non degno della tua penna, che ogni giorno mi affascina su «il Giornale» di Genova.
Lo hai fatto come compitino in cinque minuti?
Oppure quando parli di Facebook (si scrive così, non è difficile) ti si inceppano sia le mani sia la materia grigia? Dai, Max, sei il più moderato del mondo e te ne vanti ogni giorno, ripeti ad nauseam di non guardare il colore della maglietta, e poi, su questo argomento, sei talebano come altri giornalisti che scrivono sul Giornale. A quando una tavola rotonda pubblica sull'argomento, sicuramente dopo le elezioni? D'altronde, nessuno è perfetto!
Con immutabile stima ed affetto per tutto il resto.
Alberto Clavarino

Carissimo Clavarino, come sempre accade quando si scrive di Facebook e Internet, i talebani - e non mi riferisco certo ad amici ragionevoli come lei o come Andrea Cevasco - stanno da una parte.

Non ci sembra che sia la nostra.

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