Lea Pericoli
Per la quarta volta consecutiva Roger Federer ha vinto il Torneo di Wimbledon, la prova più prestigiosa e più importante che esista nel tennis, battendo Rafael Nadal in quattro set: 6-0, 7-6, 6-7, 6-3, partita conclusa dopo 2 ore e 50 minuti di grande battaglia. Abbiamo assistito alla «wonder final» la conclusione ideale tra i due giocatori più forti: Federer e Nadal. Un classico, la sfida che ha caratterizzato la stagione 2006. E, dopo 6 sconfitte su 7 confronti diretti, per il numero uno del mondo è arrivata la vendetta.
Federer questanno aveva perso contro «Rafa» a Dubai, Montecarlo, Roma (dove aveva avuto a disposizione due match points) poi al Roland Garros. Per lui, Nadal era diventato unossessione. Quando è arrivato il mese di giugno, momento in cui le prove sulla terra si esauriscono per dare vita a due settimane di preparazione a Wimbledon, il numero uno del mondo si è trasferito nel suo «giardino», sullerba che ama, sulla superficie che lo ha reso invulnerabile. Il suo tennis magnifico ha ritrovato la magia che i lunghi mesi sulla terra battuta avevano appannato, per colpa dellimbattibile guerriero spagnolo che gli si era sempre parato davanti. Questanno per arrivare in finale a Wimbledon il campione svizzero non ha perso un set, dimostrando unenorme superiorità rispetto a tutti gli avversari.
Dallaltra parte del tabellone Nadal aveva aperto la propria stagione di caccia. Laffanosa ricerca di un buon feeling con i prati. Il duro lavoro per addomesticare rimbalzi che sullerba non riusciva a controllare. Molti ricorderanno come nel secondo turno Nadal sia risorto da uno svantaggio di due set per vincere al quinto contro un tennista americano proveniente dalle qualificazioni, tale Robert Kendrik. In quel momeno su di lui nessun tecnico avrebbe puntato una lira, a credere nei suoi propositi di vittoria erano in pochi. Forse eravamo in due: io e il mio amico Manolo Santana, unico vincitore spagnolo nella storia del torneo.
Ieri ho assistito con emozione allentrata sul mitico Centrale di due protagonisti così dissimili. Federer elegante nella sua giacca di flanella bianca con il taschino ricamato in oro. Un taschino che dovrà cambiare perché il ricamo riporta le tre vittorie a Wimbledon, che sono diventate quattro. Nadal, un trionfo di muscoli e quel look un po strano, che lo rendono affascinante. La loro rivalità è una autentica benedizione per il nostro sport che rischia di venire appiattito da personaggi tutti uguali.
Il primo set non ha avuto storia: 6-0 in 24 minuti per il detentore del titolo. Ma nel primo gioco del secondo set Nadal ha fatto il break e ha preso il comando delle operazioni. È passato in testa 5-3 prima di sprofondare in un black out di 12 punti a 1. Una tremenda sbandata che Rafael non è riuscito a raddrizzare nemmeno nel tie break, quando era passato a condurre per 3 a 1. Ma ai suoi occhi limpresa appariva ancora possibile anche se era indietro di due set.
In realtà Nadal ci credeva tanto da far nascere dubbi nel cuore del suo nemico. Tuttavia dopo aver vinto il terzo set 7-6, Nadal è andato fuori giri. Costretto a forzare per tenere lo svizzero lontano dalla rete è precipitato in uno svantaggio di 5 giochi a 1. Score abissale sullerba di Wimbledon. Cè stato un break di Federer. Qualcuno forse ha pensato che limpresa fosse ancora possbile, ma ineluttabile è arrivata la fine per 6-3 e la vittoria del più bravo.
Nadal si è congratulato con Federer: «Sono felice per lui - ha detto - gioca un tennis meraviglioso. Questa vittoria la meritava». Poi ha aggiunto: «Dal canto mio sono soddisfatto dei progressi di queste due settimane. Una cosa è certa, tornerò perché spero un giorno di riuscire a vincere Wimbledon anchio».
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