Ancora insulti sui muri e sul web Inchieste a Roma e a Palermo

Si pensa a una «regia» unica dietro le scritte apparse contro gli agenti

da Palermo

Sono comparse un po’ come funghi. Prima a Livorno, poi a macchia d’olio, a Verona, Roma, Piacenza, Palermo, Ancona, Siena, ieri sera anche a Reggio Emilia. Troppe. Troppe per non pensare a una sorta di «regia» superiore.
È stata aperta un’indagine sulle scritte inneggianti all’uccisione dell’ispettore Filippo Raciti e alla «vittoria» dei tifosi sulla polizia vergate sui muri d’Italia. Carabinieri e polizia di Roma hanno avviato un’inchiesta per quanto riguarda le scritte apparse nella capitale, all’Eur, a Monteverde, e in alcuni quartieri popolari. E si indaga anche a Palermo, dove ieri, insieme a slogan di insulti alla polizia analoghi a quelli comparsi in altre parti d’Italia, è comparsa una scritta mirata, indirizzata a un funzionario di polizia che si occupa proprio dell’ordine pubblico allo stadio.
Bersaglio delle offese, il vicequestore vicario Giuseppe Oddo, uno dei dirigenti della Questura che cura l’ordine pubblico quando il Palermo gioca al Barbera. La scritta, comparsa nel centro storico proprio nei pressi di piazza Vittoria, dove ha sede la Questura, è stata cancellata. Nel resto del capoluogo siciliano, poi, sono spuntate altre scritte contro gli «sbirri», analoghe a quelle apparse nel resto d’Italia. Tra gli acronimi più frequenti utilizzati dagli ultrà c’è «Acab», criptica abbreviazione che sta per l’inglese «All cops are bastards», tutti i poliziotti sono bastardi, vergata con vernice rossa e nera su un muro nei pressi della cittadella universitaria del capoluogo siciliano. Scritte ingiuriose anche sui siti internet della tifoseria. Come quelle individuate dalla polizia postale di Catania su un sito dei supporter della città etnea: «Un celerino in meno», recita una; «Tifosi-Polizia 1-0» esulta un’altra. Messaggi contro le forze dell’ordine sono stati individuati anche su altri siti internet d’Italia. Di qui l’inchiesta avviata a Roma, per verificare se esista una rete che colleghi gruppi violenti apparentemente lontani tra loro.
A fare da contraltare, l’iniziativa di ieri sera di un gruppo di ultrà palermitani. Sui cancelli dello stadio Renzo Barbera i supporter rosanero hanno attaccato un lenzuolo bianco. «I tifosi – recita la scritta – non ci stanno. Condannano la violenza, rispettano le forze dell’ordine. Allo stadio sanno “armarsi” solo di sana passione. Uniti nel dolore alla famiglia Raciti». Quasi un grido di rabbia, contro i «falsi tifosi» artefici degli scontri che hanno provocato, oltre che la morte dell’ispettore di polizia, anche lo stop del calcio in tutta Italia. Un bel gesto.

Un bel gesto che resta però in stridente contrasto con altri striscioni, di solidarietà ai diffidati che non possono mettere piede allo stadio, che pure compaiono puntualmente sugli spalti della Favorita ogni volta che il Palermo gioca in casa.

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