Ancora più sicurezza Il trattamento delle scorie

La costruzione di nuove centrali nucleari si basa oggi prevalentemente sui reattori di terza generazione avanzata. Si tratta di tecnologie che rappresentano un’evoluzione della seconda generazione, alla quale aggiungono migliorie sul piano della sicurezza e della produzione di scorie radioattive. Tra gli obiettivi perseguiti dalle innovazioni si segnalano la riduzione dei costi del kWh prodotti, la minimizzazione della dose di radioattività dispersa all'esterno anche in caso di incidente che risulti nella fusione del nocciolo, la protezione da eventi esterni quali l'impatto aereo.
Tra le tipologie di impianti di terza generazione avanzata più competitive si segnalano la Epr della francese Areva e la Ap1000 dell’americana Westinghouse. Entrambe sono basate sulla tecnologia Pwr (Pressurized Water Reactor), collaudata da oltre 30 anni, ma adottano approcci progettuali diversi e sono complementari.
L’Epr proposto da Areva rappresenta un impianto «evolutivo» rispetto ai tradizionali Pwr e garantisce una riduzione del costo dei kWh prodotti attraverso un aumento della taglia. Si passa dai 1.400 MWe degli impianti più recenti in esercizio a 1.650. Per migliorare la sicurezza è prevista una «ridondanza» dei sistemi di sicurezza: ogni sistema viene suddiviso in quattro sottosistemi, ognuno dei quali è capace di svolgere da solo la funzione di sicurezza nel sistema, totalmente indipendenti e collocati in edifici separati.

Con l’Epr la complessità e i costi degli impianti aumentano, ma ciò viene compensato dalla maggiore potenza prodotta. L’Ap1000 è invece un impianto di taglia 1.100 MWe. La riduzione del costo dei kWh prodotti viene ottenuta mediante la semplificazione dei sistemi ausiliari e delle strutture dell’impianto.

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