da Bergamo
L'Atalanta sognata da Del Neri sta pian piano prendendo forma. I padroni di casa mettono in mostra buon gioco palla a terra, veloci discese sulle fasce, grande determinazione a metà campo e un'attenta applicazione della trappola del fuorigioco in fase difensiva. La strada verso la salvezza non sarà difficile, continuando così. A farne le spese stavolta è la Lazio di Delio Rossi (allenatore fra i più amati dal pubblico bergamasco), che di fronte alle furie nerazzurre gioca una partita di puro contenimento, spinge con convinzione solo quando si trova costretta a rimontare, ma poi nel finale viene punita da uno svarione difensivo ben sfruttato dallo scaltro Zampagna.
L'Atalanta fa venire i brividi a Muslera fin dai primi minuti: Langella, Doni e Zampagna, con il supporto di Ferreira Pinto in fascia destra, martellano la Lazio, che si salva un paio di volte per l'imprecisione delle punte nerazzurre. Sull'altro fronte Coppola se la vede brutta su un tentativo di Mauri e un contropiede di Makinwa, ma l'Atalanta appare comunque ben più pericolosa dei biancocelesti. Nel finale della prima frazione di gioco arriva così la meritata rete del vantaggio: Doni imbecca Ferreira Pinto, che supera in velocità Manfredini e poi lascia partire un perfetto cross per l'altrettanto precisa inzuccata a fil di palo di Langella.
Nella ripresa la Lazio è costretta a spingere per raddrizzare il risultato, con la conseguenza che l'Atalanta trova ampi spazi per innescare il contropiede. I nerazzurri sfiorano il raddoppio prima con un diagonale di Zampagna, poi con una rovesciata di Langella fermata dalla traversa. Ma proprio nel momento migliore dei bergamaschi, gli uomini di Delio Rossi trovano il pareggio, approfittando dello scombussolamento causato nella difesa nerazzurra dalla doppia sostituzione degli infortunati Bellini e Talamonti: Pandev fa fuori Pellegrino e offre al neoentrato Mutarelli la comoda palla dell'1-1. Ma l'Atalanta non ci sta. Del Neri capisce che questa partita può ancora vincerla e non esita a rischiare anche la carta Simone Inzaghi.
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