Se cè un Paese europeo su cui i fondamentalisti islamici vorrebbero mettere mano prima degli altri, quello è senzaltro la Spagna. LAndalusia - laraba Al Andalus dei mori - è quel pezzo di Vecchio continente che i jihadisti sembrano non arrendersi di aver perso. È la terra della «riconquista». Madrid è stato il primo bersaglio del fanatismo spettacolare già sperimentato a New York l11 settembre, ma è il sud la vera grande impresa. Il sogno di riunificare sotto il dominio di Allah quellimpero tolto da Fernando e Isabella di Castiglia nel XV secolo non è stato mai abbandonato.
Nei libri di storia il 1492 viene ricordato come lanno della scoperta dellAmerica, ma per la umma - la comunità dei fedeli musulmani - è linizio della fine: unepoca di ricchezza che si chiude con lumiliazione della cacciata dalla loro patria. I sovrani spagnoli, cattolici, riuscirono a portare a termine la reconquista che permise allEuropa di tornare interamente sotto il cristianesimo. Nessun vero seguace di Maometto dovrebbe dimenticare un affronto del genere: la terra di Averroè caduta nelle mani degli infedeli. Siviglia, Granada, Cordoba, Malaga invase da chiese che prendono il posto delle moschee, con campanili che sostituiscono i minareti.
Per il vero jihadista lAndalusia - assieme a Gerusalemme - è la prima terra da conquistare, anzi da riconquistare. In entrambe i casi è lossessione della restaurazione del Califfato e la rinascita del mitico impero arabo che andava dalloceano Atlantico a quello Indiano. Si spiega così lallarme che periodicamente torna nelle cronache: i terroristi islamici vanno alla conquista del mondo. E non è uno di quei casi in cui i quotidiani montano la notizia. È realmente così.
Lultimo monito è arrivato ad aprile. Anche questa volta, come accade ormai sempre con lIslam fondamentalista, la propaganda politico-religiosa avviene tramite messaggi, per assicurarsi un forte impatto mediatico. Sulla riconquista della Spagna ha parlato Abu Musab al Wadud, leader di al Qaida nel Maghreb islamico, ex Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento e braccio nordafricano della rete terroristica di Bin Laden. È lui a incitare i martiri di Allah nellambizioso obiettivo di «lottare fino a quando i nostri piedi cammineranno sulla nostra Andalusia rubata e su Gerusalemme profanata».
In questa frase cè tutta la visione del fondamentalismo di chi vuole realizzare il jihad in Spagna. Lespressione «nostra Andalusia rubata» fa capire come questa regione sia vista e vissuta come qualcosa che di diritto è Dar al Islam, Terra dellIslam. È un territorio che oggi non appartiene al legittimo proprietario, a cui va tolto e che bisogna riportare sotto la sharia, la corretta via. Prima di lui ci pensò al Zarqawi, lex leader di al Qaida in Irak, che sentenziò: «Allah vi conceda il diritto di possedere nuovamente il suolo di Al Andalus usurpato».
In Andalusia cè Cordoba, con la sua moschea della discordia, la Mezquita, capolavoro dellarte moresca. Trasformata da San Ferdinando nel 1236 in una cattedrale cattolica, i musulmani spagnoli non sono mai riusciti ad accettare che lì si celebri la Santa Messa. Più volte la comunità islamica andalusa ha chiesto di poter svolgere la preghiera al suo interno. La richiesta, che ha destato molte polemiche, è sempre stata respinta. Il motivo è il precedente che si creerebbe se si acconsentisse. Poi, storicamente parlando, prima della Mazquita cera una basilica dedicata al martire San Vincenzo.
Dal passato al presente, da una città allaltra ma sempre in Andalusia si resta. È il caso della moschea di Siviglia. A giugno il progetto per la sua costruzione è stato abbandonato.
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