Oggi Giulio Andreotti commemora alla Bocconi Ugo La Malfa, l'intellettuale dell'ufficio studi della Banca commerciale di piazza della Scala durante la guerra che sarà poi segretario di un Pri numericamente debole e politicamente forte. Oggi dunque, insieme, un cattolico evoca un laico e un romano evoca un siciliano a Milano. Un modo di esaminare il ruolo della città.
Senatore Andreotti, la prima volta lei venne a Milano per la Federazione universitaria cattolica (Fuci).
«Arrivavo in treno - proprio come oggi- quando la guerra per l'Italia era già cominciata».
Le ferrovie funzionavano bene?
«Si partiva da Roma la sera prima, se si voleva avere la giornata completa».
I collegamenti erano dunque normali fino all'armistizio...
«E anche dopo, con dei ritardi. Certo i treni erano più affollati: una volta ho fatto tutto il viaggio in piedi».
Come Milano in guerra?
«Ricordo quando, 17 dicembre 1943, fu ucciso il federale fascista Aldo Resega: c'era un clima di caccia all'uomo».
Com'era la Fuci?
«Il clima era fervido. Incontravo Marazza e Mentasti; (...)
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