«Sono atterrito». Mauro Grimoldi, presidente dellOrdine degli psicologi lombardi, è anche responsabile di un asilo nido di Milano e subisce i casi di scuole per linfanzia che hanno il sapore dei lager.
Perché è atterrito professore?
«Sono episodi gravissimi. Ricordo il video di quelle due maestre di Pistoia. Erano spaventose».
Parla di psicologo o da direttore di asilo?
«Innanzitutto da padre. Ho una figlia di due anni e mezzo. E penso al dramma dei genitori dei bambini maltrattati. Per un papà e una mamma affidare il proprio bambino a persone non conosciute è un atto di enorme fiducia. Che a volte viene tradita».
E cosa propone per offrire più sicurezza ai genitori?
«Serve una valutazione psicologica prima dellassunzione delle educatrici, che devono essere equilibrate per essere idonee. Sarebbe importante inserire questo test in tutti gli asili nido pubblici».
E in quelli privati come il suo?
«Nel mio la selezione psicologica è fatta sistematicamente, infatti non ci sono mai stati problemi con chi abbiamo assunto».
Ma esistono maestre cattive?
«Non si può parlare di cattiveria. Da psicologo possono dire che esiste la sindrome del burn-out: colpisce gli operatori del sociale».
Cioè chi lavora con bambini e anziani?
«Esatto. Il lavoro è stressante, molto ripetitivo, e mette a dura prova i nervi di maestri, educatori, infermieri, medici. Tutta gente che lavora per un lungo periodo senza una supervisione né momenti di confronto. Così diventano aggressivi e maneschi».
E come si riconoscono?
«Il loro comportamento è insofferente, arrabbiato, facilmente riconoscibile. Queste persone sono bruciate dal loro stesso lavoro»
In che senso?
«Partono con unenorme passione ma piano piano il lavoro le consuma».
Ma ci sono anche operatori non stressati che se la prendono con gli indifesi?
«Sì, ci sono persone malate che hanno problemi psicopatologici.
In pratica un asilo nido piccolo è pericoloso?
«Sì, una struttura medio-grande è più protetta perché è molto più frequentata».
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