Rallentamento. Atteso e temuto, alla fine è arrivato anche per lautonoleggio, un settore che nellultimo decennio ci aveva abituati a trend di crescita impetuosi, spesso in doppia cifra. Le avvisaglie, in verità, si erano avute già verso la fine del 2008, anno comunque archiviato dal comparto con segni positivi su tutti i principali indicatori. Ma è nei primi mesi del 2009 che il fenomeno si è fatto evidente. «Il rallentamento cè, inutile negarlo - esordisce Roberto Lucchini, presidente di Aniasa, lAssociazione di Confindustria che riunisce le società di noleggio -. Anche il nostro business, e non potrebbe essere altrimenti, risente di quello che è lo stato generale delleconomia. Stiamo ancora elaborando i dati relativi al primo trimestre di questanno, ma le stime parlano chiaro: il settore nel suo complesso tra gennaio e marzo ha immatricolato circa 68mila auto, contro le 98mila del 2008. Vale a dire, un calo del 30%».
Analizzando la situazione nel dettaglio, si scopre che il noleggio a breve termine, in particolare, ha dovuto fare i conti con la contrazione delle spese di viaggio delle aziende, che nei periodi invernali a bassa densità turistica rappresentano tradizionalmente la parte più rilevante dei suoi volumi. Sul fronte del lungo termine, invece, il trend del momento sembra quello del prolungamento dei contratti in essere: chiesti a gran voce dai clienti, che preferiscono «prendere tempo» in una fase dincertezza come lattuale, sono accettati di buon grado dagli stessi noleggiatori, che in questo modo riescono comunque a mantenere viva una commessa che altrimenti rischierebbero di perdere. Allorigine del calo dimmatricolazioni del settore, comunque, secondo Aniasa cè anche un altro fattore: «Per le società di noleggio, il costo di unauto è rappresentato dalla differenza tra il prezzo al quale lacquistano e quello al quale la rivendono a fine contratto - spiega Lucchini -. Va da sé, quindi, che in un momento in cui il mercato dellusato è praticamente fermo, le aziende del settore sono costrette a comprare meno vetture e a prolungare la vita delle proprie flotte. Una situazione, questa, ulteriormente aggravata dal programma dincentivazione promosso dal governo, che spingendo solo il nuovo ha di fatto compromesso la nostra possibilità di vendere in modo profittevole lusato giovane proveniente dal noleggio».
E allora, che fare? Per apportare i correttivi necessari, Aniasa suggerisce di guardare Oltreconfine. Per esempio alla Germania, dove lusato sta invece traendo benefici dai bonus statali, estesi anche alle vetture «semi-nuove» fino a 12 mesi di anzianità, purché ecocompatibili.
Incentivi a parte, i tavoli sui quali l'associazione porta avanti il confronto con le istituzioni sono molteplici. E uno dei più caldi è quello destinato a porre le basi per una revisione del Codice della strada, che tra le altre cose renda finalmente possibile il noleggio anche per gli autobus e i mezzi superiori ai 60 quintali. «Su questo fronte il dialogo è ben avviato - precisa Lucchini - visto che fin dalle primissime fasi siamo stati invitati alle riunioni dove stanno prendendo forma i princìpi della legge delega con la quale si dovrà avviare la riforma. Stiamo poi lavorando con diversi enti locali, a cominciare dal Comune e dalla Provincia di Roma, su progetti tesi a rendere più sostenibile la mobilità urbana, per esempio attraverso unespansione del car pooling e del car sharing».
E sempre di stretta attualità, soprattutto per gli operatori del breve termine, è anche la questione della semplificazione amministrativa delle scritture necessarie per chiudere un contratto di noleggio, in Italia assai più complesse e onerose che nella maggior parte degli altri Paesi europei.
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