«Ma gli animali non sono lavatrici»

«Ce l’abbiamo fatta, alla fine questi cani saranno nostri». Lella Gialdi, direttrice della sezione di Parma dell’Enpa, ha la voce di chi ha vinto la prima battaglia ma sa che la guerra è lontana dalla fine.
Ora che succederà?
«Alla prossima asta l’Enpa acquisterà questi animali, costi quel che costi, e ne farà un caso. I sei cuccioli diventeranno il simbolo della nostra lotta contro questa assurdità legislativa, che mette sullo stesso piano lavatrici e animali domestici».
La legge però deve tutelare anche i creditori dei padroni...
«Ci mancherebbe, lo Stato deve assicurare che i creditori siano risarciti, anche tramite pignoramento; ma non in questo caso: i sei animali non erano neanche presenti all’asta. Il banditore si è limitato a dire razza e numero. Ma chi si compra un cane a queste condizioni? Senza neanche vederlo? È un’assurdità».
Dov’erano i cani?
«Anche noi vorremmo saperlo. Abbiamo chiesto al giudice, tramite il nostro ufficio legale, dove queste bestiole fossero finite. Ci hanno detto che la notizia è riservata».
Perché?
«Per questioni di privacy. Probabilmente per ora sono stati lasciati alle famiglie. Almeno i due pastori tedeschi stanno bene, sono affidati a una buona pensione, l’Impronta».


Perché non li hanno ridati ai padroni?
«Perché il legittimo proprietario, Gaetano Valenza, quel personaggio che alcuni anni fa annunciava che si sarebbe comprato la squadra di calcio del Parma, dopo averle comprate le ha subito scaricate nella pensione, lasciandocele un anno intero senza pagare un solo euro. È tutta colpa sua se Lara e Astra sono state messe all’asta».

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