È la giornalista della porta accanto, sarebbe la gioia di papà e mamma: presentategli una come lei, vi faranno un sorriso largo così.
Perché Anna Billò è brava, bella, simpatica. Ha scelto di cercare gloria dove la gloria di solito è roba solo per maschietti. Nessuna paura, ci ha provato e sta vincendo la sua sfida. Nata per il giornalismo, un lavoro che è qualcosa di più. Ha un sogno, diventare una telecronista. Non è facile. In Italia è ancora un tabù. Ma lei sfaterà quel mito. Garantito.
Lavora per Sky, ormai sono tre anni. Da due stagioni voce e occhi da bordocampo quando gioca il Grifone. Dalla C alla A, «è stato emozionante seguire questo doppio trionfo del Genoa. Mi fa piacere aver portato fortuna».
Piace perché quando parla lei quasi quasi ti sembra proprio di essere lì. Un metro e spiccioli dalla panchina di Gasperini eppure sei dall'altra parte della barricata.
Piace perché quando ti racconta la sua storia capisci che il giornalismo non è soltanto una professione. Per lei è cuore, passione, amore. A diciotto anni dalla Lombardia a Roma. Laureata con una tesi sul giornalismo sportivo femminile. Per capire se davvero si può sognare: «Soprattutto avevo focalizzato l'attenzione sul fatto che in Italia non c'erano donne telecroniste». Ne parleremo più avanti. Poi, tanta radio, prima di entrare a Sky. Si occupa di tutto il calcio dalla a alla z, servizi durante la settimana quindi nel week end in giro per l'Italia.
Lei e il Genoa, questo è il prossimo capitolo. Come detto, sono due stagioni che segue il club rossoblù. A Marassi ma anche in trasferta. «È stata un'esperienza bellissima, ho conosciuto un gruppo fantastico di persone anche a livello umano». Lumezzane, Giulianova, Teramo, San Marino: un passo dopo l'altro verso la serie B. «In quella stagione ho visto stadi davvero particolari, più in generale quello della serie C è un calcio diverso che regala un'atmosfera in qualche modo unica».
Juve, Bologna, Spezia, Napoli: un dribbling dopo l'altro verso la serie A: «L'ultima gara in casa con la formazione di Reja è stata davvero speciale, lo stadio di Marassi faceva venire i brividi».
Potrebbe raccontare una, cento, mille storie: ecco quello che non avreste mai osato chiedere. «Il più scatenato della panchina? Scarpi, è stato davvero una sorpresa: non stava mai seduto, un consiglio per tutti, una parola di incoraggiamento per ogni compagno. Gasperini? Fuori stupisce per la sua aplomb, dentro il campo si scatena letteralmente. Ho apprezzato una cosa, ha lo stesso atteggiamento nei confronti di ogni giocatore, da quello più esperto al più giovane», spiega ancora Anna.
Che un bel giorno - dopo la promozione matematica in serie B, mentre si stava dirigendo verso Piazza De Ferrari per la festa - è stata fermata da un gruppo di ragazzi. Piacere, siamo Gli Zingari della Val Borbera: volevamo dirle che abbiamo creato un fans club dedicato ad Anna Billò. Proprio a lei. Per loro è la numero uno, andate a scoprire il sito su internet.
E Anna? Ha sorriso e ringraziato, anche un pizzico imbarazzata: «Sono stati molto gentili e carini, via mail mi mandano tutte le novità del loro sito», racconta.
Qualche giorno di vacanza, poi si ripartirà. Stessa spiaggia, stesso mare? Chissà, non sa ancora se seguirà ancora il Genoa. Comunque vada è stato un successo. Anna Billò e il Grifone, la prima volta fu un colpo di fulmine. E sarà un altro successo. Per lei. Ricordate qualche riga sopra? Quel sogno. Lei (che racconta), l'Italia (che gioca), la Coppa del Mondo (che diventa tutta azzurra).
Sarebbe il sogno perfetto per la telecronaca perfetta: «Bisogna "vedere" la partita, dare ritmo alla gara anche se magari non è particolarmente avvincente e per farlo bisogna essere preparatissimi. È la cosa più bella , perché sei tu che devi far vivere al telespettatore che si trova davanti alla tv quello che sta accadendo sul campo».
Cile-Honduras, Mondiale Under 19 di qualche anno fa: la prima telecronaca non si scorda mai. Per la prossima vi vediamo al Mondiale dei big nel 2010? «So benissimo che è un sogno, sono felice anche così: mi ritengo già fortunata perché faccio un lavoro che mi piace tantissimo».
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