Un anno Ducale per l’arte, da Monet a Van Gogh

(...) Mediterraneo, da Courbet a Monet a Matisse, che resterà aperta fino al primo maggio del 2011. E poi: il giorno prima, sempre al Ducale, sempre alle 18, si inaugura una mostra satellite, dedicata a Guccione-Il Mediterraneo. E poi: l’8 gennaio del 2011 c’è il terzo tassello dello stesso progetto: Puglisi. Il Mediterraneo. Coste e costellazioni. E ancora: dal 12 novembre 2011 al 15 aprile 2012 si chiude il cerchio con Van Gogh e il viaggio-Pittura degli spazi percorsi da Friedrich a Gauguin a Rothko.
Insomma, se l’indicatore dell’andamento di Genova fosse nella qualità delle mostre in arrivo, potremmo parlare di un boom della nostra città. Poi, purtroppo, la realtà è diversa e, fra l’altro, non si può nemmeno fare un discorso generale per la cultura, perchè a fronte della straordinaria attività della Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale, Marta e i suoi - nonostante un numero incredibile di assessori, consulenti e superconsulenti - hanno messo in piedi un’estate dalla qualità assolutamente deficitaria e, a tratti, quasi imbarazzante.
Il pasticciaccio brutto del Carlo Felice è l’ennesimo esempio di incapacità nel gestire una cultura degna di questo nome, capace di coniugare i risultati artistici con quelli economici. A questo punto, se il quadro non muta, meglio chiudere baracca e burattini, demolire il palazzone, peraltro brutto, di piazza De Ferrari e sulle sue macerie costruire un monumento ai privilegi degli orchestrali e agli sprechi.
Ma, per l’appunto, almeno per un giorno non parliamo di Carlo Felice, evitiamo la tristezza, inforchiamo gli occhiali rosa e guardiamo solo a Palazzo Ducale. Dove Luca Borzani, una volta di più, riesce ad abbinare i conti e la qualità delle proposte. Certo, stavolta, è tutto più facile, perchè il presidente della Fondazione per la Cultura ha stretto un patto di ferro con Marco Goldin, che è una specie di «Re Mida» delle mostre in Italia, l’uomo che ha avuto l’intuizione e la capacità di mettere in piedi una struttura che organizza mostre di altissima qualità «chiavi in mano» e le mette in rete in varie sedi.
Così Palazzo Ducale magari perde un po’ della sua autonomia, ma contemporaneamente diventa un tassello di un discorso molto più ampio che coinvolge anche Villa Manin di Passariano di Codroipo, che è un po’ la base friulana di Goldin, Rimini e San Marino.
Soprattutto, mi sembra che sia sufficiente dare un’occhiata alla pagina precedente e a questa per rendersi conto di come si voli altissimo nella scelta degli autori e dei quadri: da Cézanne a Renoir, da Monet a van Gogh, da Braque a Munch, a Matisse, c’è il meglio dell’impressionismo, qualcosa che non si era mai vista a Genova, nemmeno nel 2004 che pure era griffato con il bollino dell’anno europeo della cultura.


Borzani - uomo certamente di sinistra, ma altrettanto certamente non uomo della sinistra nel senso politico stretto - insieme a Goldin, ha firmato il capolavoro di abbinare grandi nomi di pittori a quadri che hanno anche un senso particolare a Genova e in Liguria, fino alla Costa Azzurra: penso alla Montecarlo, alla Mentone, alla Cap Martin, alla Cap d’Antibes e soprattutto alla Bordighera di Monet, alla Promenade di un Munch molto diverso da come siamo soliti vederlo, al meraviglioso Carnevale a Nizza di Matisse, a Cagnes e Cannes di Soutine e di Bonnard.
Poesia, poesia pura. Vabbè, pure con la prosa degli utili che arriveranno dalle mostre.

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