"Un anno positivo sono orgoglioso del mio governo"

Berlusconi: "Abbiamo lavorato bene e con spirito di squadra. Ho fatto i complimenti a tutti i miei ministri". Poi annuncia l’allargamento dell’esecutivo e sui decreti precisa: "Erano necessari, smentita l’opposizione"

"Un anno positivo 
sono orgoglioso 
del mio governo"

RomaÈ ancora un po’ scosso, quando scende in sala stampa. Ha da poco commemorato, in Consiglio dei ministri, un amico di lunga data: don Gianni Baget Bozzo, «grande uomo e sacerdote» a cui, ripete, è «legatissimo» ancora oggi. Poi, pian piano, Silvio Berlusconi volta pagina. E spegne idealmente la prima candelina dell’esecutivo che guida: «Abbiamo alle nostre spalle un anno positivo e ne sono orgoglioso», così come «della collaborazione interna». Ecco perché «ho fatto i miei complimenti ai ministri e li ho invitati a dare informazioni sulle tante cose prodotte, nell’interesse del Paese».
Così, nel giorno in cui il Cdm avvia il percorso per ricostituire il ministero della Salute, nomina cinque viceministri e si appresta a fare posto a Michela Brambilla - da ieri sera alla guida del Turismo, pur senza portafoglio - il premier torna sull’emergenza terremoto. E illustra, a palazzo Chigi, i tre emendamenti al decreto Abruzzo appena approvati. Il primo, informa, stabilisce che il limite dei 150.000 euro per la ricostruzione delle case potrà essere superato, mediante «presentazione di perizie giurate e firmate da parte dei tecnici». Il secondo, invece, che si rivolge a chi denuncia ingerenze governative sul futuro dell’Aquila, assegna compiti specifici al suo sindaco, che «d’intesa con la presidenza della Regione avrà la responsabilità della ricostruzione». Grazie al terzo emendamento, aggiunge il Cavaliere, «è stato chiarito il ruolo di Fintecna». Anche qui, per porre fine ad alcune polemiche. «Devo sempre lamentare - dichiara - che mi vengono attribuite frasi ed espressioni mai utilizzate: tutto questo è molto negativo. La mediazione della stampa molto spesso falsa la comunicazione del governo».
Già, il governo, che dopo l’ok parlamentare al ddl allargherà di qualche unità la sua rosa. Nel provvedimento, che ha avuto ieri il via libera del Cdm, si prevede difatti che la Salute avrà, oltre al ministro, due sottosegretari. «Contestualmente - recita il comunicato finale - è stato deciso anche di prevedere un sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e altri due al Lavoro». Sul disegno di legge, chiarisce il presidente del Consiglio, «chiederemo una corsia preferenziale in Parlamento». E sul supporto da garantire a Elio Vito, seduto al suo fianco nell’incontro con i giornalisti, spiega: «Riesce a essere ubiquo e a lui va il plauso di tutti noi. È encomiabile, ma i miracoli non accadono in eterno».
Sempre in tema di rapporti con le Camere, dopo il resoconto annuale fornito da Vito, Berlusconi sottolinea come alcuni decreti si siano resi «necessari», per via delle «situazioni cui abbiamo dovuto far fronte, come, tra le altre, l’emergenza rifiuti e il terremoto». E che in generale «abbiamo smentito le critiche dell’opposizione». In ogni caso, da parte del governo c’è «una totale apertura alle proposte dell’opposizione, se sono fondate».
Il Cavaliere, che ieri ha annullato la partecipazione alla festa della Polizia e una trasferta in Abruzzo, così come la visita in programma oggi a Marcianise, per il Salone del gioiello contemporaneo del Tarì, ricorda invece l’appuntamento serale al Quirinale, per il giuramento della Brambilla. E giudica «necessario», nel complesso, il pacchetto delle nuove nomine. Ovvero, conferma le cinque promozioni da sottosegretari a viceministri: Giuseppe Vegas all’Economia, Adolfo Urso al Commercio estero, Ferruccio Fazio alla Salute, Roberto Castelli alle Infrastrutture e Paolo Romani alle Comunicazioni.
A seguire, Berlusconi riferisce che «abbiamo dato il via libera all’esame preliminare di un provvedimento per la meritocrazia nella pubblica amministrazione». Un testo che dovrà compiere adesso una serie di passaggi (tra cui quelli in conferenza Stato-Regioni, commissioni parlamentari e Cnel). A ogni cittadino, ribadisce, la pubblica amministrazione costa 4.500 euro. Come porvi rimedio? «Con un’attività profonda di riorganizzazione e di totale digitalizzazione», che permetterà alle famiglie di «chiedere informazioni direttamente da casa». Si tratta, quindi, di misure che puntano a combattere «le inefficienze, a premiare il merito e a esigere rendicontazioni obbligatorie da parte dei dirigenti».

I contratti collettivi, tra l’altro, «devono restare nell’ambito della legge, contro la prassi che si è instaurata con i governi della sinistra». Quindi, «stop alle deroghe». Infine, prima dei saluti, una risposta sibillina su Annozero e sulla puntata di giovedì scorso: «No, non l’ho vista. Avevo da lavorare su cose serie...».

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