Un anno di terrore. La strage quotidiana degli "impuniti"

Da Napoli a Roma, da Sondrio a Treviso, il lungo elenco dei delitti commessi da chi ha lasciato il carcere grazie al provvedimento varato dal Parlamento

Un anno di terrore. La strage quotidiana degli "impuniti"
Milano - Da un anno ammazzano, rapinano, stuprano. A Napoli, a Roma, a Treviso. Non c’è regione d’Italia che sia stata risparmiata dalla violenza generata dall’indulto. Basta sfogliare la raccolta dei giornali degli ultimi dodici mesi per ottenere una casistica assai più significativa delle cifre, peraltro incomplete, del Viminale.

A dare il tono è, esattamente un anno fa, il capoluogo partenopeo. In pochi giorni ben quattro pregiudicati vengono uccisi. Vendette di mala, roba interna alla camorra. Ma poi il contagio si diffonde alla società civile. Il 4 settembre 2006 un impiegato comunale aiuta a chiudere l’edicola della moglie in un quartiere tranquillo della zona collinare di Napoli. Arrivano quattro rapinatori, sono armati. E feroci. Lui cerca di dissuaderli, loro reagiscono accoltellandolo al cuore. Tredici giorni dopo vengono arrestati; due erano liberi grazie a Mastella.

Un mese dopo, il bis. Antonio Pizza, 28 anni e padre di un piccolo di pochi mesi, viene rapinato dell’auto. Cerca di resistere, si aggrappa allo sportello della sua Multipla, ma il delinquente non si ferma. Anzi, accelera. Lo trascina per decine di metri. Antonio morirà dopo otto giorni di agonia. Al volante c’era Dragan Jovanovic, appena uscito dal carcere di Poggio Reale.

A metà ottobre una ragazza americana viene stuprata a Roma da uno sconosciuto; che le ruba il cellulare, continuando, nelle ore successive, a usarlo. Per la polizia è facile individuarlo. Si tratta di Tarquino Colantoni, 46enne; fino al primo agosto in carcere per rapina e in seguito libero per volontà del Parlamento italiano.
A Sondrio una storia di sangue e di terrore. Nel 2000 Sonia De Gregorio viene uccisa a coltellate dal marito, Francesco Gussoni, da cui si stava separando. La Giustizia lo condanna ad appena undici anni, riconoscendolo parzialmente incapace di intendere e di volere. La figlia di Sonia, una bimba di tre anni, viene affidata ai nonni che in ottobre apprendono, casualmente, che tra i beneficiari dell’indulto c’è anche il genero omicida. Incredibilmente i magistrati si sono dimenticati di mandarlo all’ospedale psichiatrico. E lui è in circolazione e li odia. I De Gregorio sono costretti ad abbandonare in fretta la casa di famiglia, rifugiandosi in una località segreta. Vivono barricati, con l’angoscia di essere rintracciati. Solo dopo qualche giorno la Giustizia rimedia, rispedendo Gussoni dietro le sbarre.

Marzo 2007, a Caravaggio, nel Bergamasco, Luigia Polloni, di 64 anni, viene trovata morta nel bagno del coloroficio dove lavorava come commessa. È semisvestita e i magistrati ipotizzano la violenza sessuale. Ma dopo pochi giorni arrestano Vincenzo D’Errico, 37 anni.

Nessuno stupro; lui l’ha strangolata per impadronisrsi di 90 euro. È un tossicodipendente con una lunga sfilza di precedenti penali; poche settimane prima aveva sequestrato per quattro ore la titolare di un negozio di animali, obbligandola a rivelargli il codice del bancomat.

Giampiero Riboldi, 39 anni, semina il terrore in un condominio di Desio dopo essere andato a sbattere con la sua Mercedes contro una Fiat Uno. È fatto di cocaina e dà in escandescenze. Estrae la pistola, entra in un palazzo. Spara un colpo, poi due, poi tre. Tenta di entrare in un appartamento, poi in un altro. Punta la Smith & Wesson alla testa di una donna di 51 anni, e la tiene in ostaggio per ore. Non sente ragioni, solo i carabinieri riescono a fermarlo, ficcandogli tre proiettili nell’addome. Anche lui beneficiato da Mastella.
Quello di Treviso è il caso più efferato. Ma in mezzo ci sono storie di piccola e grande criminalità. Quante? Migliaia. Solo nell’agosto-settembre 2006 il Viminale ha contato 1.952 rapine e 28.830 furti, in vertiginoso aumento rispetto ai mesi precedenti. In mezzo c’è il dramma di molte ragazze costrette a tornare a prostituirsi dai protettori tornati in libertà. C’è il colpo tentato a luglio in una banca di Milano, ci sono gli assalti alle ville nel Nord-est, dove impera la mala dell’Est. C’è soprattutto la rabbia degli italiani, che non ne possono davvero più.
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