«Anno Zero» ai giardinetti, ma è la festa dei bebè

A zero anni non si parla. Ma si ascolta, si vede, si impara, si gioca. E la festa degli «anno zero» ieri ai giardini di Porta Venezia era dedicata proprio ai piccoli milanesi nati nell’arco degli ultimi dodici mesi: germogli di uomini e donne, affacciatisi alla vita con buona pace della crisi, della paura del futuro, della crisi demografica. E sono arrivati in tanti, i nuovi milanesi a chilometri zero, insieme a genitori, nonni, fratelli e sorelle maggiori, per la kermesse organizzata dal Comune.
Lo slogan «anno zero» poteva - almeno in teoria - costituire una sorta di depistaggio, e portare ai Giardini Montanelli anche qualche fan di Michele Santoro, convinto di partecipare ad un presidio in difesa dell’omonimo programma tv. Ma bastava poco per capire che tema centrale non era la libertà di stampa ma quella di fantasticare: giocolieri, acrobati, maghi, pupazzi, alieni e bodyguard.


La kermesse prevedeva però anche un richiamo - brusco ma utile - alla realtà della burocrazia quotidiana: con un chioschetto dell’assessorato ai Servizi civici dove ai minimilanesi era possibile farsi rilasciare il loro primo documento di identità, la «carta verde» valida fino ai quattordici anni, o far apporre sulla carta d’identità di babbo e mamma il timbro che, in vista delle imminenti vacanze, abilita i genitori a varcare i confini nazionali.

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