La foto di unanoressica nuda. Lo «scheletro» di una ragazza per reclamizzare una linea di moda. Il Giornale è stato il primo quotidiano a dire no a unimmagine pubblicitaria che usava una giovane tutta pelle e ossa. È di ieri la notizia che anche in Francia la pensano come noi. Lufficio transalpino di controllo della pubblicità (Bvp) ha infatti dato il parere negativo per luso a scopi commerciali del manifesto d«autore» firmato da Oliviero Toscani. Uno specialista, Toscani, in operazioni di questo tipo: far parlare di unazienda, con la scusa di aprire un grande dibattito etico-morale; porre sotto i riflettori una griffe, proponendosi allopinione pubblica con pseudo messaggi salvifici (dallAids, allomosessualità; dal razzismo alla guerra). Ora il giochetto si ripete con lanoressia, ma finalmente cè qualcuno che non ci casca e chiama loperazione di Oliviero Toscani col suo vero nome: «Sensazionalismo». Così anche i francesi non vedranno su muri e quotidiani il volto e il corpo dolente di Isabella Caro, 27 anni, la protagonista della «foto choc». Secondo lauthority della pubblicità francese, quello scatto «attenta alla dignità umana» e può «scioccare il pubblico e in particolare quello più sensibile». Per questi motivi «è contraria al codice deontologico dei pubblicitari francesi».
Secondo Joseph Besnainou, direttore del Bvp, Toscani «ha utilizzato la malattia a profitto di una marca». Il giudizio negativo del Bvp, al quale i pubblicitari possono tuttavia decidere di non aderire, arriva a pochi giorni dallapertura delle passerelle dellalta moda in Francia. Duro anche il parere del pedopsichiatra Marcel Rufo che si esprime così sulle pagine di Le Parisien: «Questa foto è un grosso colpo di marketing, eticamente abominevole. Alla quale andrebbe aggiunta la scritta: Questa donna è colpita da una patologia, il 15% dei malati si suicida».
In Italia contrarietà alla campagna di Oliviero Toscani sullanoressia è stata espressa dalla società italiana per lo studio dei disturbi alimentari. «Se liniziativa - dice il presidente dellassociazione Massimo Cuzzolaro - si propone di avere un effetto positivo su chi è malato o è a rischio di ammalarsi di anoressia, lesperienza e i fatti dicono il contrario. Questo approccio è sbagliato. È infatti proprio limmagine che i malati perseguono, è proprio la visione di una immagine di questo tipo che sollecita alla sfida».
Anche dallultima edizione del concorso di Miss Italia è arrivato un messaggio (a dire il vero piuttosto contraddittorio) contro lanoressia: da una parte infatti si è voluto dare una fascia (Miss Eleganza) a una concorrente con una taglia 42 per «dare alle ragazze italiane un messaggio legato allimportanza della corretta alimentazione», come ha precisato Patrizia Mirigliani, lorganizzatrice della gara di bellezza di Salsomaggiore; dallaltra parte la giuria ha incoronato come più bella ditalia una diciottenne dalla taglia 38 (qualcuno dice addirittura 36) che, se proprio non sono misure da anoressica, poco ci manca. Insomma, una scorpacciata di ipocrisia.
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