Cronache

Ansia? Arriva il manuale per gli attacchi di panico

Lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina spiega in un libro di pronto soccorso psicologico cosa fare in casi di piccola o media entità

Ansia? Arriva il manuale per gli attacchi di panico

“Aiuto! Mi manca il respiro” è un manuale di pronto soccorso psicologico nel quale si spiega che cosa fare in caso di attacco d'ansia o di panico. Giuseppe Rescaldina – psicologo, psicoterapeuta, volto noto della tv – colma un vuoto, perché mancava in letteratura una guida di base per affrontare casi di piccola o media entità. Certo: in caso di disastro aereo o di calamità, squadre di psicologi vengono immediatamente messe al fianco dei familiari o dei colpiti. L'intervento nelle grandi emergenze fa già da anni parte degli studi e dei protocolli. Ma non è di questo che si occupa Rescaldina: egli prende in esame i casi quotidiani, nei quali una persona è esposta, senza rendersene conto, a danni prolungati o permanenti solo perché l'intervento immediato non è stato adatto alla situazione.

Un esempio rende l'idea: se una signora viene investita mentre attraversa sulle strisce pedonali e si rompe una gamba, l'ambulanza arriva prontamente, l'ospedale la accoglie, i medici la curano e, dopo un mese d'ingessatura, ella potrà camminare spedita come prima. Il rischio qual è? Che non si senta più di attraversare la strada, che avverta una forza occulta e insormontabile che la blocca là dove si era manifestato il pericolo. La gamba è guarita, la psiche no. Ecco: Rescaldina si rivolge a tutti – perché a tutti può capitare di dover subire uno choc o sostenere una persona messa in difficoltà da uno spavento o da un sinistro improvviso – ma soprattutto a chi per ruolo è vicino alla gente, sulla strada, dagli operatori del 118, ai poliziotti, ai carabinieri, ai vigili urbani. Talvolta basta poco: dire le cose giuste, far sentire un'empatia rassicurante al momento opportuno. Eppure oggi tutto è lasciato al buon senso, che è apprezzabile ma non basta: nel caso, per esempio, di un attacco d'ansia – che è una vampata di paura senza un oggetto specifico e individuabile – intuitivamente chi è vicino al soggetto è portato a dire: “Respira profondamente!”. Ma è sbagliato, spiega Rescaldina, perché ciò aumenta l'ossigenazione. Oppure: “Tranquillo, non è niente!”. Ma si tratta di un controsenso, perché la persona sta male, e la contraddizione può alimentare la sua spirale. Lo stesso soggetto è portato a razionalizzare e a dire a sé stesso: “E' un attimo, adesso passa da solo!”. Invece no, la ragione non ha giurisdizione su una situazione emotiva. Nel caso di una crisi di panico è utile sapere, invece, che è importante lavorare sulla respirazione, più sull'espirazione che sull'inspirazione, perché il fiato corto e veloce provoca una iperossigenazione cerebrale; ed è utile allora respirare all'interno di un sacchetto di carta o nelle mani disposte a coppa, per aumentare l'assorbimento di anidride carbonica.

Altro esempio. A una signora cercano di strappare la borsetta in metropolitana. Lei riesce a resistere, salva il portafogli e se la cava, come dicono i giornali, con un “bello spavento”. Il poliziotto – o l'addetto dell'azienda di trasporti, o un passante – si avvicina, si accerta che tutto sia finito bene, rassicura la signora con qualche parola di circostanza e se ne va. Troppo poco! L'agitazione non può essere sottovalutata e va affrontata nel modo giusto, con dei rudimenti tecnici di pronto intervento psicologico che oggi nessuno insegna; altrimenti quella signora correrà il rischio di contorcere il suo spavento su sé stessa e di non riuscire ad affrontare come prima la banchina di una metropolitana.

Ci si chiederà: ma non bastano un po' di gocce di Valium per mettersi a nuovo? La risposta di Rescaldina è netta: “No, perché per affrontare una vera emergenza di gocce ne occorrerebbero troppe, e il rischio sarebbe poi quello di non poterne fare più a meno”.

Insomma: “Aiuto! Mi manca il respiro” (La memoria del mondo editore, pagine 192, 15 euro) è un manuale all'americana, che aiuta tutti ad acquisire delle tecniche non difficili e di assoluta utilità.

Una guida per vivere meglio la vita di ogni giorno, e per evitare a sé stessi e agli altri di prolungare inutilmente traumi e paure. E dite voi se è poco!

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