Ansia e tensione tra i familiari «Adesso preferiamo tacere»

Due dei sequestrati vivono nel Milanese, gli altri tre a Padova. Il figlio di Enzo Bottillo: «Il Paese è a rischio, perché le agenzie lo propongono?»

Roberto Bonizzi

da Milano

Da Padova a Basiglio, alle porte di Milano. Stessa ansia, stessa tensione. Sguardo al televideo, orecchio al telefono. Si aspettano notizie dallo Yemen nelle case dei cinque italiani rapiti domenica a Sirwa. Ma al secondo giorno di prigionia non si registrano svolte nella trattativa.
Due dei rapiti sono milanesi. Enzo Bottillo, 51 anni, titolare di una scuola guida con diverse filiali a Milano, e la sua compagna, Patrizia Rossi, 44 anni, modella impegnata nelle fiction e nella pubblicità. Gli altri tre sono padovani. Piergiorgio Gamba, 52enne chirurgo pediatrico all’ospedale di Padova, insieme alla moglie Maura Tonetto, 50 anni, insegnante di discipline architettoniche al liceo artistico «Modigliani». Con loro c’è Camilla Ramigni, 49 anni, architetto e docente di letteratura italiana in un istituto tecnico della città. Viaggiava in un’altra auto, invece, il marito, Raffaele Polato, 52 anni, medico del lavoro, che è libero e si preoccupa di tenere i contatti dalla zona del sequestro con i tre figli, due maschi e una femmina, ancora minorenne, chiusi nella villetta a due piani di inizio secolo. «Nostro padre ci ha rassicurato, ma lo abbiamo sentito teso... del resto tutta la situazione è tesa e i motivi di preoccupazione non mancano, compresa la linea dura adottata dal governo yemenita. I nostri genitori - racconta il figlio maggiore - viaggiano spesso, anche in Paesi lontani. Certo, sapevano che lo Yemen era un Paese difficile, ma prima di partire non avevano accennato ai rischi di questa avventura».
Anche i due figli dei coniugi Gamba, uno laureato in legge, l’altro studente di medicina, preferiscono non parlare e affidano il loro pensiero a un cartello appeso sulla porta di casa, un palazzo in via Morgagni. «Un collaboratore ma anche un amico, una persona estremamente vivace non solo in clinica, dove è uno stimolatore per nuovi progetti - così descrive Gamba il direttore di pediatria Giovanni Franco Zanon -. Da sempre pratica escursionismo e sci alpinismo, mentre spende le proprie ferie per lunghi trekking».
Basiglio, periferia Sud di Milano. Via Renoncini. Nella villetta della famiglia Bottillo l’atmosfera è densa di preoccupazione. Anche Patrizia ed Enzo sono amanti dei viaggi. La passione ritorna spesso nei discorsi di Luca, 24 anni, figlio di Enzo, musicista e produttore, che tiene i rapporti con l’unità di crisi della Farnesina. Il fratello, Christian, 30 anni, vive in Uruguay. Sono a casa del papà Veronica (16 anni) ed Elena (13), le figlie di Patrizia. Le due ragazze hanno scoperto del sequestro della madre alla televisione: «Non volevamo dire loro niente - prosegue il giovane -, ma hanno gettato un occhio alla tv e vedere il nome della mamma associato alla parola rapimento per una bambina è davvero complicato».
Luca in mattinata era sereno e ottimista. «Mio padre ha girato tutto il mondo - ha raccontato -. Spesso siamo andati insieme. Aveva scelto, sempre con “Avventure nel mondo”, di andare nello Yemen, nonostante lo avessero sconsigliato. Ma se era una meta così a rischio perché le agenzie non hanno smesso di vendere i biglietti?».

Poi, con il trascorrere delle ore, dopo la minaccia di morte diffusa dai banditi, l’ansia e la tensione hanno avvolto la villetta di Basiglio. Luca ha scelto il silenzio: «Finché non arriveranno notizie, preferiamo tacere». Dalla strada si vedono le luci accese. Con lui a vegliare il telefono solo la mamma e pochi amici.

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