Ansia, preghiera e speranza: «L’importante è tenere duro»

Roberto Bonizzi

da Milano

All’alba della quinta notte di attesa nelle famiglie degli ostaggi il silenzio diventa assordante. «Ormai crediamo solo alle notizie ufficiali della Farnesina», dice Luca, il 24enne figlio di Enzo Bottillo che insieme alle sua compagna Patrizia Rossi è ormai da quattro giorni nelle mani dei sequestratori a Sarwa, nello Yemen. Dalla villetta di Basiglio, alla periferia di Milano, non arriva nessun commento alle notizie contrastanti diffuse dalle televisioni. Ieri, nel pomeriggio, i media hanno parlato di uno scontro a fuoco nei pressi del covo dei rapitori, poi, a più riprese, hanno annunciato una liberazione imminente. Anche a Padova, nell’abitazione della famiglia Gamba, i figli e i parenti di Piergiorgio e Maura Tonetto aspettano con ansia: «Restiamo in attesa di buone notizie, come tutti quanti» spiega al telefono Maria Giovanna, la sorella della donna rapita nello Yemen.
Sta seguendo la vicenda da Sanaa, la capitale del Paese asiatico, Raffaele Polato, padovano, medico del lavoro marito di Camilla Ramigni, la quinta degli ostaggi. Nervosismo e apprensione per la moglie: «Non fumavo più da vent’anni - racconta -, ho ricominciato. E anche di notte il telefono non lo tengo solo acceso, passo addirittura le ore a guardarlo». Poi il medico si lascia andare, raccontando la propria speranza: «Questa storia non può finire che bene. Mi fanno sperare i buoni rapporti tra Italia e Yemen e l’atteggiamento della gente comune. È incredibile la solidarietà che mi viene dimostrata, quando cammino la gente mi riconosce, mi fa segnali di benvenuto, di affetto».
Quindi Polato pensa alla moglie, nelle mani dei rapitori: «Lei è un gigante, come le sue compagne che hanno rinunciato alla liberazione per stare insieme agli altri ostaggi». Affiora anche qualche rimorso per la scelta della meta della vacanza: «Sì, lo Yemen è una destinazione particolare - ammette -, ma noi avevamo scelto degli itinerari ben determinati, battuti da altri turisti, anche troppo». Una precauzione che, comunque, non è servita a evitare il sequestro.
A sera Padova e Basiglio si preparano a trascorrere un’altra notte in attesa di uno sbocco positivo per la vicenda. Alle famiglie dei rapiti arriva anche la solidarietà dei concittadini, che si affollano sotto le loro finestre.

Nella città veneta il parroco della chiesa della Madonna del Carmine sta organizzato per stasera anche una veglia di preghiera per gli ostaggi e l’iniziativa sta incontrando numerosi consensi. Per tutti valgono le parole di Raffaele Polato: «L’importante è tenere duro, e io tengo duro».

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