Roma - L’ultimo simbolo del terziario avanzato è il call center. Tipico «non-luogo» di questo scorcio di millennio, dove si raccolgono in un unico ambiente tutti i tipi umani della gerarchia sociale. Ma soprattutto è il posto dove si ritrovano tutti i «sottoccupati» con laurea e i disperati in cerca di retribuzione. Scritto a quattro mani con Francesco Bruni partendo da un soggetto originale, il nuovo film di Paolo Virzì (Tutta la vita davanti) parte proprio da questo nuovo scenario per sondare le capacità della commedia all’italiana a resistere ai tempi e a conservare il suo graffiante realismo. Da quattro settimane la troupe capitanata da Massimo Ghini e Sabrina Ferilli sta girando all’interno di un padiglione messo a disposizione dalla nuova Fiera di Roma. Del cast fanno parte anche Valerio Mastandrea, Elio Germano, Micaela Ramazzotti e Isabella Ragonese.
Il film, prodotto dalla Medusa e che dovrebbe arrivare nelle sale nel febbraio del 2008, punta i riflettori su storie minime di giovani precari alle prese con un mondo (e un lavoro) sempre più aggressivo e alienante. Per rendere ancor più incisivo lo sguardo indagatore, il regista toscano, reduce dal mezzo-flop di Io e Napoleone, sceglie il punto di vista di una giovane laureata di provincia (Isabella Ragonese) che, fresca di studi filosofici di alto livello, si scontra con una realtà completamente differente.
L’associazione con il primo film di Virzì è più che spontanea. Anche allora (La bella vita sempre con la coppia Ferilli-Ghini) si parlava del mondo del lavoro sottolineando i problemi legati alla forzata riconversione industriale dei primi anni Novanta. Per la Ferilli sono però altre le coincidenze da sottolineare. «Ho debuttato al cinema proprio con Paolo - ricorda l’attrice durante una pausa di lavoro - e gli devo molto. Oltretutto io e lui siamo coetanei perciò è un merito ancora maggiore quello di aver creduto in due attori giovani e poco noti come Massimo e me per quel film».
«Tornare a lavorare con lui dopo molti anni (Ferie d’agosto è del ’96, ndr) significa - aggiunge l’attrice - ritrovare quella pienezza di sapori e di aromi che ho avvertito per la prima volta nel ’94 sul set della Bella vita».
Se allora l’attrice romana impersonava una moglie insoddisfatta e facile preda di un imbonitore televisivo (Ghini), qui ha un ruolo completamente differente. Una sorta di caposala per le ragazze del call center alle quali deve trasmettere tutta la sua grinta per aumentarne la produttività. «Tutte fanno riferimento a me - spiega la Ferilli - e cercano di imitarmi. Il mio personaggio più che caricarle sembra volerle plagiare descrivendo una realtà aziendale del tutto improbabile. Soprattutto c’è da sottolineare che in questo lavoro Virzì riesce a parlare apertamente del dramma delle disoccupazione senza rinunciare a uno stile agrodolce».
Massimo Ghini, già interprete del sindacalista Guido Rossa nel film di Giuseppe Ferrara, sottolinea la distanza tra quella temperie e la società di oggi.
«A differenza di allora - commenta l’attore, che nella prossima stagione tornerà a calcare le scene teatrali con Marcello novella versione dell’indimenticabile Ciao Rudy, il musical interpretato nel ’66 da Marcello Mastroianni - la confusione che c’è oggi interessa tutti, ormai è solo una guerra tra poveri, senza più distinzioni tra buoni e cattivi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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