Anticipa il parto perché il marito morente veda la figlia

Storia d’amore, morte e rinascita vicino a Dallas, in Texas: una donna ha dato alla luce con una ventina di giorni d’anticipo la figlia perché il marito morente potesse stringerla tra la braccia almeno una volta. E così è stato: la piccola Savannah è nata il 18 gennaio scorso ed il padre, Mark Aulger, scivolato in coma irreversibile il 21 gennaio dopo, ha fatto appena in tempo a guardarla e abbracciarla.
La vicenda sta commovendo l’America intera: Diane Aulger, questo il nome della moglie coraggio, decise di avere il parto indotto a suon di farmaci quando al marito Mark vennero dati pochissimi giorni di vita. La tragica vicenda di Mark, 52 anni, era iniziata ad aprile scorso con una diagnosi di cancro al colon, seguita da chirurgia e chemioterapia. Tutto sembrava andare per il meglio - ha raccontato Diane - il tumore era stato sconfitto, ma a novembre una tosse insistente portò Mark al Pronto Soccorso.
È lì che la coppia ha scoperto la notizia devastante: la chemioterapia, la cura che avrebbe dovuto salvarlo dalla malattia, in realtà per lui era stata letale. Aveva causato nel paziente una fibrosi polmonare irreversibile. Il 16 gennaio i medici hanno comunicato a Diane e Mark la terribile notizia: l’uomo aveva pochi giorni o ore di fronte a sè. «Mark mi ha detto vorrei vedere nostra figlia prima di andare...», ha spiegato la moglie. Commuoventi gli attimi che hanno unito, anche se per poco , la famiglia. È la moglie di Mark che racconta tra le lacrime, ancora commossa: «Gli infermieri ci hanno messo due lettini a fianco e Mark ha potuto tenere la nostra piccola Savannah in braccio per 45 minuti subito dopo la sua nascita. È stato un momento molto toccante per tutti noi. Non me lo dimenticherò mai.

»
Per i due giorni successivi prima del coma, l’uomo era così stanco che poteva tenere la piccola solo un per un minuto. «Ho portato la piccola a casa appena Mark è entrato in coma - ha aggiunto Diane - ed eravamo solo io e lei quando lui se ne è andato. Ma ora viviamo alla giornata, come se il papà fosse ancora tra noi».

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