Antonveneta, Consob cancella le Opa

Nel mirino la vendita fittizia delle quote di minoranza

da Milano


Si conclude così il percorso iniziato alla fine di luglio quando la Consob, sulla base delle prime indagini avviate dalla Procura di Milano e delle relative intercettazioni, sospese le due operazioni, con una decisione che non aveva precedenti nella storia delle legge sulle offerte pubbliche di acquisto. Da fine luglio, l’Autorità di Borsa aveva 90 giorni a sua disposizione per prendere una decisione definitiva. E con il trascorrere delle settimane è andato via via chiarendosi che le Opa promosse da Gianpiero Fiorani non avevano alcuna possibilità di riprendere il loro cammino.
Di recente una sollecita bocciatura delle offerte, che liberasse definitivamente la Lodi dagli obblighi dell’Opa e rendesse disponibili per una cessione i titoli di Antonveneta, è diventata la condizione essenziale con cui Abn Amro ha acquisito dalla Popolare Italiana i titoli della banca padovana.
Nella delibera con cui Consob ha sancito la decadenza delle offerte, la Commissione inserisce tra le «gravi violazioni» quattro aspetti che «attestano l’esistenza di operazioni poste in essere dalla Bpi non comunicate alla Consob e al mercato nell’ambito dell’informativa resa».
In particolare si fa riferimento a numerosi contratti derivati conclusi tra Banca Popolare Italiana e Deutsche Bank tra il maggio e il giugno 2005 per un controvalore complessivo di 941,25 milioni di euro - stipulati a copertura del credito vantato da quest’ultima nei confronti di Sonata Securities. Sonata è la società veicolo di diritto lussemburghese controllata dalla stessa Deutsche Bank e il cui coivolgimento è connesso alla cessione delle quote di minoranza del gruppo Bpi alla medesima DB. Si tratta in pratica dello strumento che garantiva Deutsche Bank in quella che era in realtà una finta vendita.


In seconda battuta - si legge ancora nel documento Consob - l’attenzione è rivolta ad «alcuni contratti derivati che non risultano essere stati contabilizzati dalla Bpi»; a un «contratto di compravendita datato 28 giugno 2005 stipulato tra Bpi e la Gp Finanziaria (che fa capo a Emilio Gnutti, ndr) avente ad oggetto la cessione di partecipazioni di minoranza per un controvalore complessivo di circa 100 milioni di euro e un connesso contratto di opzione call concluso con Gp Finanziaria mediante scambio di lettere datate 22 e 25 luglio 2005»; e a un «contratto di cessione di minorities stipulato in data 29 giugno 2005 con Earchimede Spa per un controvalore complessivo di circa 139 milioni di euro».
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