Venerdì sera, due passeggeri hanno visto con orrore lanziana scavalcare con qualche difficoltà il parapetto del traghetto Genova-Olbia e quindi lasciarsi scivolare in mare. Hanno subito avvertito il capitano che ha fermato i motori per avviare le ricerche, a cui si sono in breve affiancati un elicottero e due motovedette. Ma della signora, una milanese di 78 anni non è stata trovata traccia. Le ricerche sono riprese ieri anche se ormai si tratta solo di calcolare correnti e venti, nella speranza di recuperarne il corpo.
La tragedia si è consumata attorno alle 22 su uno dei ponti della Drea, unimponente motonave varata ne 1974 a Lubecca, passata di proprietà diverse volte, e infine acquista nel 2003 dalla Moby. La compagnia italiana lha poi sottoposta a un radicale restauro per metterla infine in servizio sulla Genova-Olbia, una tratta da coprire in una dozzina ore. Il traghetto era partito attorno alle 20 ma dopo un paio di ore, quando si trovava a circa 22 miglia in direzione sud-sud-est dal porto, è scattato lallarme.
La segnalazione era partita da altri due passeggeri che avevano visto distintamente lanziana donna scavalcare la spalletta del ponte numero 7, il più alto e quindi lasciarsi andare nel buio. Un volo di circa 12 metri nelle acque buie e profonde, che probabilmente ha subito stordito, se non ucciso, la donna. Il capitano aveva immediatamente bloccato la motonave e iniziato a incrociare nel punto in cui era caduta lanziana. La notizia era nel frattempo rimbalzata alla capitaneria di porto di Genova che aveva inviato sul posto due motovedette e un elicottero «Koala», partito dalla base di Sarzana. Si tratta di un velivolo particolare, equipaggiato proprio per le ricerche notturne in mare.
Il tratto di mare è stato battuto palmo a palmo in una drammatica lotta contro il tempo. Una perlustrazione a cui ha partecipato per circa tre ore anche il Moby Drea che solo verso l1.30 ha poi ripreso il suo viaggio per Olbia. In zona sono rimaste invece le due imbarcazioni della Capitaneria e lelicottero, che hanno continuato le ricerche per tutta la notte. Anche se le speranze sono andate via via affievolendosi con il passare del tempo. Una così lunga permanenza in mare, anche se in quel momento calmo e non freddissimo, attorno ai 16 gradi, non può lasciare scampo a una persona, per di più in età avanzata. Le ricerche sono comunque continuate anche ieri, pur con una sola motovedetta, ma ormai solo nella speranza di poter recuperare un corpo. Per questo la Capitaneria di porto di Genova, considerate le correnti e le condizioni del mare, ha spostato lunità navale in un tratto di mare verso nord ovest rispetto al punto della caduta in mare.
Nel frattempo, una volta toccato terra in Sardegna, il caso è passato di competenza alla Capitaneria di porto di Olbia che ha inviato i propri investigatori a perquisire la cabina assegnata dalla Compagnia di navigazione, dove la signora alloggiava da sola. Qui i militari hanno sequestrando bagagli e cellulare, a caccia di un biglietto di addio o di un messaggio rimasto nella memoria del telefonino e confermare così lipotesi del suicidio. Gli investigatori hanno quindi sentito a lungo la coppia di passeggeri che ha assistito al drammatico volo dellanziana. I due viaggiatori hanno confermato di aver visto nettamente la signora scavalcare il parapetto, fugando ogni dubbio sulla caduta accidentale o sul malore. Interrogati anche gli occupanti delle cabine confinanti con quella della vittima e quanti hanno avuto contatti con lei, nella speranza siano in grado di fornire qualche particolare utile allinchiesta.
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