Anziana cieca picchiata e stuprata È l’ultima vittima di un romeno

Pavia Cieca e immobilizzata nel letto da più di tre anni per una malattia degenerativa, a 83 anni è stata violentata da un romeno ubriaco, subito dopo arrestato in flagranza di reato. Teatro della vicenda, che ha scosso il Pavese, Albuzzano, alle porte del capoluogo lombardo. E ora la donna è ricoverata in prognosi riservata in Chirurgia generale al San Matteo di Pavia.
Mentre l’aguzzino, muratore senza fissa dimora 31enne, verrà interrogato stamattina, nel carcere di Torre del Gallo a Pavia, per la convalida del fermo. I fatti sabato sera, appena dopo le 20. L'uomo fa il giro dei bar del paese continuando a bere. A un certo punto nell'ultimo locale, a 300 metri da via Alessandrini, dove abita l'anziana, già ubriaco incontra il figlio della donna, un sessantenne da sempre impegnato nell’edilizia. Litigano pesantemente. Il figlio riferirà poi che era per la badante straniera dell'anziana madre, che il romeno avrebbe voluto «rimorchiare» contro la volontà del datore di lavoro. Chi ha assistito alle scenate, invece, parla di motivi di lavoro rimasti in sospeso. Ed è su queste due versioni che gli inquirenti stanno indagando. Dopo la discussione il romeno esce dal locale e va dritto a casa della donna. In un cortile della via Alessandrini, appunto, dove abita anche suo fratello. Dà calci a tutto quello che incontra. Tanto da destare la preoccupazione dei vicini di casa della donna che, così, chiamano subito i carabinieri. Intanto lui sfonda la porta d'ingresso dell'anziana, entra nella cucina e si dirige nella camera da letto, dove lei sta riposando. Si cala i pantaloni e si avventa sul suo corpo, esile e debilitato con tutta la sua forza tanto da provocargli gravi traumi al bacino e lesioni agli organi interni oltre a lividi a braccia e gambe. Nel frattempo, i vicini chiamano anche la nipote che abita poco lontano. È lei che trova il romeno addosso alla zia. Riesce a sollevarlo e spingerlo dall'altra parte del locale ma in un attimo l'uomo torna dov’era. E qui che arrivano i carabinieri che immobilizzano, finalmente, il romeno. Mentre l’83enne continua a urlare per il dolore. Verrà soccorsa qualche minuto dopo dai volontari del 118.
«Quell'uomo è un animale - tuona ora il figlio - mia madre non meritava un’umiliazione simile, non ha mai fatto del male a nessuno». È un coro unico, invece, la gente che abita qui che dice: «Non ci sentiamo più sicuri nemmeno a casa nostra». Ieri sera, in comune, il sindaco Margherita Canini ha tenuto un vertice in tema e ha ordinato la chiusura del bar locale gestito da romeni.

Lo stesso primo cittadino, Margherita Canini, sottolinea: «La vicenda richiede la certezza della pena contro chi si sente forte dell'impunità». Mentre il Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza, come rivela il vicesindaco, ha chiesto di «Mantenere il basso profilo, gettare acqua sul fuoco, per fare avvertire il meno possibile l'allarme sociale».

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