Aperitivo al buio per scoprire che i veri ciechi siamo noi

All'Istituto milanese di via Vivaio l'happy hour nel nero totale che fa riscoprire aromi e gusti trascurati. Per San Valentino la romantica cena senza luci

Aperitivo al buio per scoprire che i veri ciechi siamo noi

Quelli che noi chiamiamo ciechi al buio vedono benissimo e i ciechi siamo noi, mentre cerchiamo di acchiappare al volo una patitina, di sorseggiare calice di spumante senza lanciarcelo addosso. Loro, barman e camerieri, sfornano cocktail e ciotole di stuzzichini a velocità supersonica, lasciandosi condurre dal suono della voce, dal tatto che disegna nella mente i contorni delle cose.
È l'happy hour ospitato nelle splendide sale restaurate dell'Istituto dei Ciechi di via Vivaio, uno dei cuori chic di Milano. Cafénoir è il Cosmopolitan del locale e il gioco, molto più di un gioco, è indovinare gli ingredienti, se possibile senza perdere la cannuccia. Recuperarla non è semplice per chi è abituato a contare solo sulla vista.
Non è un test di abilità, piuttosto un'esperienza forte e che viene voglia di rifare, per approfondire un mondo che non è quello di chi non vede, ma soprattutto quello che solitamente non vediamo noi, concentrati a inseguire luccichìi e suggestioni degli occhi. Nel buio totale si scopre la paura, poi si cerca un po' più sotto e arriva una certa pace, un pizzico d'ansia e si scopre di usare sensi dimenticati o almeno usati senza che arrivino alla coscienza. Il tatto, l'udito, il gusto e l'olfatto, di solito destinati a segnalare il molto, che sia caldo o freddo, rumoroso o melodioso, piccante o dolce, maleodorante o profumato, si dedicano al più piccolo dettaglio e un fonzie al formaggio diventa una grande novità.
Si fanno nuove amicizie, forse perché parlare diventa praticamente obbligatorio, a meno di non voler trasformare l'aperitivo in un momento di silenzio con se stessi reso più agevole dal buio pesto. Si scopre - almeno per gli ignoranti come me che non lo sanno - che i ciechi riescono a fare la gran parte delle cose per cui noi riteniamo indispensabile tenere gli occhi aperti. Insomma, è un'opportunità da cogliere e ricogliere al volo.
C'è anche il ristorante, si chiama Tratto Nero, lavora su prenotazione e organizza un San Valentino «davvero romantico» nella magia del buio: atmosfera, intimità, musica e buon cibo, senza preoccuparsi del trucco da rinfrescare. E a occhi chiusi si affacciano immagini nuove. Per informarsi e prenotare un tavolo c'è un numero di telefono (02 76394478) e un sito (www.dialogonelbuio.org).


L'Istituto dei Ciechi organizza quel che è ormai un classico e che può essere abbinato alla cena o all'aperitivo, la mostra Dialogo nel buio, una passeggiata per scoprire il mondo senza usare gli occhi. Superato lo spaesamento iniziale, si scopre di essere stati invitati in un grande oltre.

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