Cronache

Le api regine... del riciclo. Fanno gli alveari di plastica

Utilizzano gli imballaggi più sottili e i sacchetti abbandonati nelle fattorie per rivestire i loro nidi

Le api regine... del riciclo. Fanno gli alveari di plastica

Sanno riconoscere il numero zero e sono in grado di svolgere operazioni aritmetiche di base, come per esempio le addizioni. Sappiamo anche che sono capaci di collegare simboli e numeri e che la loro presenza è fondamentale per salvaguardare la biodiversità del pianeta. Adesso una nuova ricerca dimostra che le api sono anche le regine del riciclo. Perché, complice la loro intelligenza e la loro istintiva capacità di adattamento, hanno cominciato a utilizzare gli scarti della plastica per costruire alveari più isolati e resistenti. Questa singolare capacità riguarda, in particolare, gli insetti selvatici che nidificano nei campi coltivati dell'Argentina.

Un gruppo di esperti dell'Istituto nazionale di tecnologia agraria è riuscito a osservare la loro nuova tecnica: utilizzare gli imballaggi più sottili di plastica abbandonati nelle fattorie per rivestire i nidi, normalmente ricoperti solo con foglie, rametti e fango. Simili a un'unghia per dimensioni e forma, queste particolari api sono state in grado di tagliare i pezzi di plastica per poi sovrapporli in un pattern all'interno dell'alveare. Secondo gli studiosi, il materiale utilizzato proveniva da un sacchetto o da una pellicola, con la stessa consistenza delle foglie di cui si servono in genere questi piccoli animali per proteggere le larve. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Apidologie e documenta il primo caso di insetti osservati a costruire nidi interamente con la plastica.

In realtà già nel 2013 una ricerca aveva documentato l'uso di pellicole e polistirolo per realizzare alveari nell'area di Toronto, in Canada. Come le api argentine, anche quelle selvatiche osservate in Nord America tagliavano pezzi di plastica simili alle foglie che vengono generalmente impiegate per i nidi. Lo studio canadese sottolineava, inoltre, quanto gli insetti si comportassero da perfetti piccoli ingegneri: i frammenti di materiale riciclato erano infatti tenuti insieme dalla resina vegetale. Proprio come avviene con i mattoni e il cemento.

Adesso quello che gli scienziati si chiedono è quale possa essere l'impatto di questa novità sulla vita di questi animali così preziosi per l'ambiente. Perché la plastica abbandonata nei campi è un nemico della natura. «Pensiamo che tutto questo sia molto triste» commenta Hollis Woodard, entomologa del Woodard Lab della University of California Riversides. «Siamo di fronte a un altro esempio dell'utilizzo incontrollato di materiali che finiscono in posti in cui non dovrebbero assolutamente essere presenti». E che possono compromettere la vita degli animali. La plastica non è, infatti, l'unico pericolo per le api e l'ambiente.

Questi insetti sono minacciati anche dai pesticidi, dalla progressiva distruzione dell'habitat e dall'esposizione a virus e parassiti. I ricercatori ipotizzano che la plastica possa fungere da barriera contro alcuni tipici problemi da nido, come la muffa e i parassiti. Se le api preferiscono questo materiale sintetico a quelli naturali, è proprio perché in qualche modo si sentono più al sicuro. Resta però un grave rischio: le micro plastiche sono spesso scambiate come pezzetti di cibo e uccidono gli animali che le ingeriscono. Eppure, la natura sembra voler sopravvivere veramente a tutto. E così, recentemente, i fringuelli sono stati scoperti a utilizzare i mozziconi di sigaretta per tenere alla larga gli acari, mentre i nibbi bruni che vivono sulle Alpi sono stato sorpresi a raccogliere striscioline di plastica per decorare i propri nidi e attirare potenziali partner. «Servirebbero ricerche molto più approfondite per sapere cosa questo fenomeno significhi per le api conclude l'esperta americana -. Di certo è possibile che porti alcuni benefici, ma questo non è ancora stato dimostrato.

Penso sia egualmente probabile che ci siano conseguenze negative».

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