«Il cinema è la vita con le parti noiose tagliate» diceva Alfred Hitchcock. La vita e forse anche l'economia, almeno secondo Marco Onado, docente di finanza all'Università Bocconi. Fedele a questo assunto, Onado, che è anche stato commissario Consob, ha scritto un libro in cui spiega la finanza attraverso, appunto, trame e vicende di alcune tra le più famose pellicole mai girate.
Il titolo, «Prendi i soldi e scappa», è direttamente mutuato da Woody Allen, abbondantemente citato in tutto il testo. Ma nel volume, pubblicato da Laterza, c'è davvero mezza storia della settima arte. Quanto ai titoli si va dai più prevedibili, quando si parla di economia (l'ormai classico Wall Street o i più recenti Margin Call e Fra le nuvole con George Clooney come protagonista) fino ai più inaspettati (Mary Poppins, Chinatown o Apocalypse now): scene e personaggi vengono analizzati e scomposti per estrarre il significato o le spiegazioni finanziarie del caso.
La tecnica, che richiede un acrobatico equilibrio tra due poli tematici a prima vista lontanissimi tra loro, si presta a vivacizzare quella che da sempre viene definita «scienza triste». E in realtà un rilettura in controluce e in chiave economica di opere nate in ambiti del tutto diversi è spesso efficace.
Un paio d'anni fa Franco Debenedetti, scrisse per Marsilio un testo su 100 anni di politica industriale italiana, Scegliere i vincitori, salvare i perdenti. All'inizio di ogni capitolo figurava una citazione letteraria scelta ad hoc per introdurre l'argomento. La scelta portava alla scoperta che Alessandro Manzoni (nel volume il più saccheggiato tra gli autori italiani) e i suoi Promessi Sposi, sono anche un trattato di economia politica: «...anche nelle maggiori strettezze, i denari del pubblico si trovan sempre, per impiegarli a sproposito», diceva per esempio l'autore dell'Adelchi, descrivendo Milano prima della peste. E a proposito di Antonio Ferrer, gran cancelliere spagnolo e dei suoi provvedimenti per evitare la rivolta del pane: «Costui vide, e chi non l'avrebbe veduto? che l'essere il pane a un prezzo giusto, è per se una cosa desiderabile; e pensò, e qui fu lo sbaglio, che un suo ordine potesse bastare a produrla». Due schegge, ma si potrebbe continuare a lungo, che meglio non potrebbero sintetizzare i pericoli di statalismo e dirigismo economico.
Sulla stessa falsariga si è esercitato di recente anche un dirigente della Banca d'Italia, Giandomenico Scarpelli, che ha preso una lunga serie di capolavori della letteratura (La ricchezza delle emozioni, Carocci editore) e ne ha messo in luce premesse e significato economico. Robinson Crusoe, abbandonato su un isola, esamina per esempio con rigore da economista il concetto di valore di scambio di un bene (per lui impossibile, vista la mancanza di una controparte). Gulliver, invece, alle prese durante i suoi viaggi con i cavalli intelligenti, gli Houyhnhnm, passa in rassegna la struttura economica della loro società paragonandola a quella inglese.
Con i personaggi
dei film l'esercizio è ancora più facile. E l'operazione tentata da Onado è un gioco divertente. Il Giornale la presenta raccontando sei tra le pellicole scelte dal professore della Bocconi e il loro significato economico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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