Il brusco calo degli appalti per le opere pubbliche nella capitale e nel Lazio preoccupano i costruttori romani. Lallarme è stato lanciato dal presidente dellAcer Silvano Susi, intervenuto ieri allAssemblea annuale dei costruttori edili di Roma e provincia 2006.
«Sullandamento recente proprio delle opere pubbliche non intendiamo essere allarmisti - ha precisato Susi - non è questa una nostra vocazione, ma sono estremamente preoccupanti i dati relativi allandamento degli appalti sul territorio. Infatti - ha proseguito - gli elementi in nostro possesso, che siamo pronti a confrontare con le istituzioni, testimoniano, quanto a bandi di gara pubblicati nella Regione Lazio, un calo nel periodo gennaio - settembre 2006 di oltre il 60 per cento rispetto allanalogo periodo del 2005 e del 50 per cento rispetto al 2004».
«Addirittura nel mese di settembre è stata zero la somma degli importi dei bandi pubblicati da Comune, Provincia e Regione», ha aggiunto sottolineando che la preoccupazione degli imprenditori nasce proprio dal fatto che «la riduzione degli appalti sta proprio a significare non certo una incapacità di spendere da parte delle Istituzioni, ma la progressiva riduzione delle risorse globalmente disponibili».
Susi ha ricordato che negli ultimi cinque anni Roma è cresciuta: «Nella Camera di Commercio di Roma lincidenza percentuale delle imprese di costruzioni è sempre più significativa (più del 14 per cento di tutte le imprese attive nel 2005 a fronte del 12 per cento del 2000)».
«Inoltre - ha proseguito - le imprese di costruzioni continuano a rappresentare il principale settore del segmento industria (essendo pari a 34.220 rispetto al totale del segmento pari a 57.262), con unincidenza del 60 per cento». E secondo la Cassa Edile, «le imprese iscritte nella Provincia di Roma solo nellultimo anno sono aumentate del 10,8 per cento, con un aumento del numero degli operai pari a 5% circa».
Il presidente dellAcer ha però sottolineato che «si può fare molto di più». Principali obiettivi, ha spiegato, sono «la creazione di una città policentrica, ladeguamento della rete infrastrutturale, lattrazione di investimenti esteri ma anche di studenti e docenti esteri, il potenziamento dei poli universitari e della ricerca, la riqualificazione urbana, la definizione di politiche di sviluppo sostenibile, luscita dallemergenza abitativa, una nuova politica della manutenzione urbana, la promozione dellarchitettura di qualità».
A tal proposito il presidente dellAcer ha posto lattenzione sul tema delle riforme istituzionali, apprezzando i recenti poteri sul traffico conferiti al sindaco di Roma e su quelli delle risorse e della semplificazione delle procedure.
Per Susi è necessario puntare sui programmi integrati, su quelli di recupero urbano, sulla sostenibilità ambientale dei programmi, risolvendo il problema della collocazione delle terre da scavo. Infine, Susi ha puntato lattenzione sui costi dellesproprio e sulla necessità di scegliere strumenti alternativi, come ad esempio le compensazioni.
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