(...) Si tratta di persone con una doppia «certificazione»: il primo attestato è del parroco della città da cui proviene la famiglia, «la seconda certificazione è nostra», tranquillizza monsignor De Scalzi. Non per tutti è semplice spalancare le porte di case a sconosciuti, le garanzie sono un incoraggiamento a lanciarsi nellavventura e a costruire nuoe amicizie con persone in arrivo da Paesi lontani. De Scalzi incoraggia: «Chi offrirà accoglienza riscoprirà virtù familiari come la semplicità e la sobrietà andate perdute da noi in Europa».
Tra i primi a dare il buon esempio Maria Grazia Guida, ex direttore della Casa della Carità, luogo in cui è stata ospitata la conferenza stampa. Il vicesindaco accoglierà una famiglia nella sua casa di Crescenzago e invita i milanesi a fare altrettanto: «Lanciamo un appello a tutte le famiglie, che siano credenti o meno, per mettere a disposizione degli spazi». E don Virginio Colmegna, come è ovvio, non è da meno. «Abbiamo aderito allappello per laccoglienza: daremo il nostro contributo ospitando in quei giorni una famiglia proveniente dallestero» annuncia il fondatore della casa della Carità. Spiega la filosofia: «Lospitalità non è attività assistenziale: è operazione di carattere formativo».
La condizione posta dagli organizzatori a coloro che si candidano ad ospitare le famiglie in arrivo è che la casa non disti più di unora dai luoghi dellIncontro mondiale, per non affaticare gli ospiti ma anche per non creare ulteriori problemi di organizzazione nei trasporti, che già non mancano.
Il countdown segna duecento giorni allavvio dellIncontro mondiale. I numeri dei visitatori sono importanti. Per domenica 3 giugno, quando il Papa celebrerà la Messa a Bresso, nella pista dellareoclub, sono attese tra ottocentomila e un milione di persone.
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