Cronaca locale

Appello azzurro: «Sì al voto»

Tra i 12 firmatari la Colli, capogruppo in Provincia E Palmeri, leader in Comune: «Quattro norme da abolire»

Appello azzurro: «Sì al voto»

Sabrina Cottone

Forza Italia lascia libertà di coscienza. Ma ai liberal azzurri milanesi non basta e così hanno deciso di fare outing con un invito al voto per i referendum sulla procreazione assistita. «Formuliamo l’appello alla più approfondita informazione e alla massima partecipazione» scrivono e sottoscrivono tredici consiglieri comunali e provinciali tra i quali Manfredi Palmeri e Ombretta Colli, capigruppo di Forza Italia a Palazzo Marino e Palazzo Isimbardi.
L’appello approva la scelta del partito di lasciare libertà di coscienza e non mette in chiaro le intenzioni di voto dei firmatari, ma è evidente che gran parte di loro è schierata per il sì. Palmeri entra nelle ragioni di chi è favorevole all’abolizione dei quattro articoli contestati dal referendum: «Andrò a votare e voterò quattro sì. Ho cercato di comprendere le ragioni di entrambe le parti, ma pur con tutti i dubbi che restano in una questione tanto delicata e complessa, ho deciso per i quattro sì. È chiaro che si tratta di una dichiarazione di voto a titolo personale».
Il primo a esternare è stato il sindaco: martedì scorso Gabriele Albertini ha annunciato davanti alle telecamere che il 12 giugno andrà al seggio e che voterà tre sì e un no, dove il no è quello sulla fecondazione eterologa. E ecco le motivazioni dei suoi sì: «La mia posizione è vicina ai diritti delle donne. Spesso nel passato mi hanno accusato di essere maschilista e io rispondo con tre sì nell’urna, anche perché lo suggeriscono scienziati illustri come Umberto Veronesi e Rita Levi Montalcini».
Albertini è stato scavalcato sulla strada del sì non solo da Palmeri ma anche dal consigliere provinciale Max Bruschi, tra i promotori dell’iniziativa che è deciso a sostenere : «Oltre all’appello, ho intenzione di contattare via internet le mille e cinquecento persone che fanno parte della mia rubrica. È possibile che mi costi qualche voto ma non importa, credo sia importante difendere la posizione delle numerose persone che hanno una visione laica delle leggi e che per questo voteranno sì».
L’appello, che chiede un’«assunzione piena di responsabilità», è stato firmato da otto consiglieri comunali (Pietro Bassi, Livio Caputo, Fabrizio De Pasquale, Maddalena Di Mauro, Paolo Massari, Manfredi Palmeri, Milko Pennisi e Stefano Pillitteri) e da quattro consiglieri provinciali (Pietro Accame, Max Bruschi, Michel Clerici e Ombretta Colli). E i promotori assicurano che molti colleghi di partito che non hanno ancora firmato hanno comunque intenzione di passare all’azione il 12 e il 13 giugno.
L’appello racconta: «I referendum che siamo chiamati a votare il prossimo giugno hanno un significato civile e culturale fondamentale». I motivi sono chiari: «In gioco ci sono la salute delle donne, la libertà e la professionalità dei medici, i confini e le possibilità della ricerca scientifica». Parole d’ordine: «È una scelta di libertà, una scelta di civiltà, una scelta di coscienza».

Uno slogan molto azzurro.

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