Un appello dei familiari ai capi tribù

Roberto Bonizzi

da Milano

Un appello ai capi tribù yemeniti. Una lettera, diffusa da televisioni, agenzie di stampa, giornali e radio dello Stato asiatico. Firmata «i figli, i genitori, i fratelli, le sorelle e i nipoti di Piergiorgio Gamba, Maura Tonetto, Camilla Ramigni, Enzo Bottillo e Patrizia Rossi». Così i parenti dei cinque ostaggi ancora detenuti a Sarwa, nella regione del Marib, hanno rotto un silenzio, carico di speranze e di angoscia, che durava ormai da due giorni. Dopo l’ottimismo iniziale, la trattativa con i rapitori è diventata più difficile e le famiglie, in Italia, hanno scelto di restare in attesa di novità dall’unità di crisi della Farnesina senza rilasciare dichiarazioni.
Il documento comune è indirizzato ai capi tribù «come persone d’onore che conoscono il valore della famiglia e della vita». Poi il pensiero ai propri parenti, ancora nelle mani dei sequestratori: «Siamo certi che i nostri cari sono trattati bene e considerati come ospiti venuti in pace per conoscere il vostro Paese. Ci auguriamo che comprendiate la nostra ansia e il nostro desiderio di rivederli al più presto». Nella lettera anche il ringraziamento alle autorità italiane e yemenite «per gli sforzi profusi e l’impegno che stanno dimostrando per il rilascio pacifico dei nostri cari».
Per tutti i parenti dei rapiti ha parlato ieri Raffaele Polato, padovano, 50 anni, marito di Camilla Ramigni, che era in viaggio con la moglie quando i sequestratori sono entrati in azione. «È un’attesa spasmodica - racconta da Sana’a, la capitale dello Yemen da dove sta seguendo gli sviluppi della vicenda -. Sono in trepidazione. Le trattative continuano: qui ci sono persone che stanno lavorando per i miei compagni di viaggio e per mia moglie. Ora l’obiettivo principale è che la gente venga messa in sicurezza. Che questo venga fatto in tempi brevi o lunghi per i sequestrati è devastante, ma la liberazione è l’obiettivo finale. Bisogna avere fiducia».
Dall’Italia è difficile da sopportare soprattutto «la mancanza di notizie dirette - dice Maria Luisa Gamba, sorella di Piergiorgio, nelle mani dei sequestratori insieme alla moglie Maura Tonetto -. Ma sappiamo che le condizioni dei rapiti sono buone e speriamo sia davvero così».

Nel pomeriggio, prima della stesura dell’appello da inviare nello Yemen, i parenti degli ostaggi si sono sentiti telefonicamente. «Siamo in contatto tra di noi - spiega da Basiglio Luca Bottillo, figlio di Enzo, a Sarwa con la compagna Patrizia Rossi -. Ci spalleggiamo in questi momenti difficili».

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