Il Comune ci riprova. Tra pochi giorni aprirà il nuovo bando per restaurare la pavimentazione in Galleria, ci sarà tempo fino al 10 dicembre per presentare le buste e l’appello ai privati a «farsi avanti» arriva dall’assessore all’Arredo urbano, Maurizio Cadeo. Se anche questa volta, come ad aprile, la gara andrà deserta «non resterà che la strada dell’opera pubblica». Cioè attingere dalle casse di Palazzo Marino. Ma in tempi di tagli al bilancio è una strada che si vorrebbe evitare. Per rimuovere le tessere rotte, riparare le crepe, sostituire i pregiatissimi 1.772 vetri del Salotto rovinati dal tempo e dal calpestamento continuo, occorrono 1,5 milioni e circa 300 giorni di lavoro. A inizio anno Cadeo aveva già ricevuto la manifestazione d’interesse di una multinazionale tedesca, la Blow Up Project, che per questioni di scadenze non aveva poi partecipato alla gara ma in questi mesi ha ribadito la volontà di investire sul restauro in cambio di pubblicità. «Potremmo fare una trattativa privata ma preferiamo riaprire ancora una volta la gara - afferma Cadeo -, anzi speriamo che quanti hanno dichiarato in questi mesi amore per la città e hanno i capitali si facciano avanti». Riferimento anche allo stilista Giorgio Armani, che ha criticato senza sconti il degrado del centro. I tempi ovviamente si allungano: alla vigilia del primo bando si pensava di dare il via ai lavori già a luglio, ora - nella migliore delle ipotesi - a inizio 2009. A convincere i privati ci sono anche gli artigiani milanesi, pronti a collaborare ai lavori con una «parcella» ridotta e in cambio di pubblicità. Il presidente dell’associazione Marco Accornero riferisce: «Abbiamo mosaicisti e autori di vetrate artistiche a livello internazionale. Ci metteremo a disposizione di chi vincerà il bando, o del Comune stesso se finanzierà l’opera».
Intanto, Cadeo ha consegnato nei giorni scorsi al sindaco Moratti la bozza del nuovo regolamento per l’utilizzo della Galleria, da sottoporre presto alla giunta. Le linee guida: pochi eventi e di qualità o di alto profilo artistico; stop alle installazioni; tempi ridotti per le esposizioni. «Dovrà ospitare solo eventi degni del Salotto», conclude.
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