Appiano Milito e Motta si presentano: «Siamo qui per vincere tutto»

Gli unici acquisti (sinora) dell’Inter si presentano come scolari pronti ad imparare la nuova realtà che li ha accolti. Diego Milito e Thiago Motta conoscono i metodi di Mourinho solo da un paio di giorni ma già si sono accorti delle differenze. Attacca l’argentino: «Il lavoro è diverso da quello di Genova, più pallone ma anche più fisico: in pratica tutti i giorni fai quello che farai la domenica». D’accordo il brasiliano: «Impareremo ad abituarci alle nuove metodologie. Ci alleniamo diversamente ma il fine è lo stesso: vincere».
Un’incognita che preoccupa molti tifosi interisti è la tenuta fisica di Thiago Motta che negli anni scorsi ha rimediato infortuni di una certa gravità. Il centrocampista rassicura tutti: «Fisicamente sto bene, il peggio è passato: adesso viene il bello», tanto bello che può portarlo alla nazionale, non quella verdeoro ma quella di Lippi. Il brasiliano infatti ha il passaporto italiano e non nasconde la speranza: «Mi piacerebbe».
I due lasciano anche un sentito ringraziamento al Genoa a cui inviano una cartolina di auguri. In particolare Milito (che tra il 2004 e il 2009 è stato due anni e mezzo a Genova, contro la sola annata scorsa di Motta) è desideroso di lasciare un’ultima frase dedicata ai colori rossoblu: «Non posso che dire grazie al Genoa. In questi anni sono stato benissimo e per questo la scelta di trasferirmi a Milano è stata molto difficile».
Ma non sarà ardua l’intesa con un campione come Ibrahimovic: l’anno scorso Milito si è giocato il titolo cannonieri con Zlatan, ora che se lo ritrova in squadra come andrà a finire? «È stata una bella sfida, ora speriamo di riconfermare un nerazzurro al vertice dei gol». Un piccolo appunto sui numeri di maglia: Thiago Motta conferma che erediterà l’8 di Ibrahimovic (che avrà il 10, richiesto a Branca addirittura un mese e mezzo fa) mentre per l’attaccante, che sembrava destinato al 9, è pronto ancora quel 22 che tanta fortuna gli ha portato al Genoa.


E di buona sorte ne servirà per l’obiettivo stagionale, la Champions. Ma entrambi sanno cosa fare: «Siamo qui per migliorare il livello della squadra, l’Inter non può snobbare questa o quella competizione: puntiamo a vincere tutto». Chissà se Mourinho è d’accordo. SF

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