Approfittando del mostro uccide la madre ad Arma

Fatti di cronaca, uno più agghiacciante dell'altro, che si incrociano. Questo accade in provincia di Imperia nei primi mesi del 1992. I due delitti accertati di Paolo Savini, la rapina mortale ai danni di Jole Cervetti subito attribuita al «mostro» - una colpevolezza mai dimostrata - e, infine, un ultimo, orrendo episodio avvenuto ad Arma di Taggia. Il 22 marzo 1992, una soleggiata domenica, la trentasettenne Giuliana Beghello, colf divorziata, è brutalmente uccisa in casa propria con almeno otto colpi di mazza d'acciaio alla testa. Il cadavere viene ritrovato dalla figlia quindicenne. Tutta la cittadina rivierasca è scioccata: in quei giorni è impossibile non pensare ad un collegamento con il mostro di Sanremo. Le fotografie sui giornali mostrano la giovane che, con il volto affranto, viene consolata da parenti e vicini. Ma la verità non tarda a venire a galla: si scopre subito che tra madre e figlia esistevano dei contrasti. La ragazza aveva una relazione con un giostraio di 24 anni, relazione vista di cattivo occhio dalla madre fin dall'inizio. La situazione, viene accertato, era precipitata quando l'uomo si era di fatto stabilito in casa delle Beghello e, soprattutto, quando la signora Giuliana aveva scoperto che il giostraio nascondeva nel suo passato un matrimonio fallito. Di qui la decisione dei due fidanzati di sbarazzarsi dell'intralcio, tentando di attribuire il delitto al mostro, sull'onda della psicosi imperante. Ma si tratta di un tentativo maldestro, come molti altri che costellano la storia italiana della criminologia.

E così, come insegnano moltissimi fatti di cronaca italiani degli untimi decenni (il caso Graneris a Vercelli nel 1975, o anche Erika e Omar), dopo tre giorni i due fidanzati di Arma vengono inchiodati alle loro responsabilità.

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