Ma se ghe penso, alloa mi veddo o me Zena. Il mio Genoa, quello che ieri è venuto all'appuntamento che ci eravamo dati 21 anni fa, il 19 giugno 1988. Quello che sapeva che solo chi soffre impara ad amare. «Noi soffriamo, ti amiamo e con te torneremo grandi», gli avevamo detto. E la promessa l'abbiamo mantenuta, noi e lui. Noi e quell'unico, immenso presidente che come noi e con noi ha sofferto, ci ha amato, ed è tornato grande. Noi e Gian Piero Gasperini. Noi e Diego Milito. Noi e Thiago Motta. Noi e Marco Rossi, Christian Stellini e Dante Lopez che hanno sofferto con noi le pene di quell'inferno. Noi e Gianluca Signorini, Fabrizio Gorin, Franco Scoglio, Andrea Fortunato e Franco Rotella che da lassù sapevano che il giuramento sarebbe stato onorato. Noi e tutti, proprio tutti quelli che dal 7 settembre 1893 hanno indossato la maglia a quarti anche solo un minuto. Il resto sono brividi, palpebre che sbattono come tergicristalli davanti a un'ultima, inutile giornata contro il Lecce. Sono quelle emozioni di un innamorato che ha sempre avuto un solo cuore, tradito, calpestato, illuso, ma uno. Finalmente ricambiato. E dimentica tutto il resto per dire solo grazie e grazie e grazie.
Poi, come un bambino felice, ripensa che questa favola che si avvera ha ancora un finale che deve essere scritto. E si ripete quella frase che il costruttore di sogni ha buttato lì, sapendo qual è il vero lieto fine: «Per ora è difficile». Mi basta quel «per ora», ma se ghe penso...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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