Cronaca locale

Arbib: «La scuola è il primo passo verso l’integrazione»

Il rabbino capo : «Giusto sviluppare la propria identità, ma serve anche tolleranza»

Marco Guidi

Specialità gastronomiche, libri, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali. Oltre alle visite gratuite alla sinagoga di via Guastalla. La Giornata europea della cultura ebraica non è solo occasione di dibattito, ma anche cultura, divertimento. E soprattutto identità e tradizione, perché integrarsi non significa rinunciare a quello che si è o a ciò in cui si crede. «Strade facendo, itinerari ebraici», questo il titolo dell’evento di ieri, invita proprio a una riflessione sui percorsi storici della comunità ebraica. Non si ferma però al ricordo del passato, aprendo a tematiche più che attuali, come il confronto con l’Islam. E qui si torna a parlare del costituendo istituto arabo di via Ventura. «Mi preoccupa cosa si insegna nelle scuole, credo sia importante essere d’accordo su alcuni punti fondamentali, come la tolleranza e il rispetto degli altri - dice il rabbino capo della comunità ebraica di Milano, Alfonso Arbib -. I programmi della scuola dell’obbligo dovrebbero essere ampliati, avere uno sguardo meno eurocentrico. Sarebbe un primo passo verso l’integrazione». Evitando, magari, la formazione di scuole confessionali. Proprio Arbib dà inizio alla celebrazione nel tempio di via Guastalla, sotto gli occhi del vicesindaco Riccardo De Corato, del presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri e degli assessori provinciali alla Sicurezza Alberto Grancini e alla Cultura Daniela Benelli. Tutti vogliono dare un forte segnale di amicizia alla comunità ebraica. De Corato definisce la storia millenaria degli ebrei come «un grande esempio di integrazione, pur mantenendo intatta un’identità forte», manifestando invece timori su «altre comunità, che mostrano di avere serie difficoltà a riguardo». Sulla stessa onda Manfredi Palmeri: «Iniziative come questa servono ad andare avanti sulla strada della convivenza tra civiltà. In questo senso la Comunità ebraica si è dimostrata un modello». Palmeri ha un pensiero anche per Israele, «che non va dimenticato, in quanto parte delle nostre radici». Sempre sul rapporto fra identità e integrazione si concentra l’assessore provinciale Benelli.

«Il rapporto fra queste due componenti è uno dei grandi problemi della società, ma giornate come questa sono un esempio di pacifica convivenza fra culture e religioni».

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