Il cavallo domestico si è originato nelle steppe eurasiatiche occidentali, circa 160 mila anni fa, e la sua origine è stata unica e non multipla, come si pensava finora. E la sua diffusione in tutto il mondo sarebbe cominciata in una regione che coincide con l'attuale Ucraina. La ricerca, opera di un gruppo di scienziati del dipartimento di Zoologia dell'Università di Cambridge pubblicata sulla rivista «Pnas», mostra che sarebbero state le aree della moderna Ucraina, della Russia occidentale e del Kazakhstan occidentale ad accogliere i primi nuclei di cavalli domestici. E non a caso nell'area ricade anche la patria dei cosacchi, un popolo famoso per la sua perizia equestre.
Per anni gli scienziati si erano posti il problema dell'addomesticamento del cavallo, che secondo alcune teorie sarebbe potuto anche essere multiplo, dato che, geneticamente, molte linee materne mostravano un diverso corredo genetico. Gli studiosi, usando un database contenente 300 campioni genetici equini, hanno invece stabilito un'unica origine nelle steppe eurasiatiche occidentali dell«Equus ferus», che però, nella diffusione di questo animale nel resto di Europa e Asia, ha fatto registrare numerosi incroci, soprattutto con cavalle selvagge, da parte degli allevatori. E questo spiegherebbe le linee genetiche materne differenti.
La specie più antica del cavallo «moderno», chiamato Equus stenonis, fu scoperto in Italia, e si ritiene originato dal Plesippus fra la fine del Terziario e l'inizio del Quaternario. Nella stessa epoca nell'America meridionale il Plesippus si stava evolvendo in un animale chiamato Hippidion. L'Hippidium aveva gambe relativamente corte, con un naso particolarmente lungo. Continuò a vivere a lungo nelle pampa sudamericane, ma alla fine si estinse.
E infatti il cavallo tornò nel Nuovo mondo solo sul finire del Quindicesimo secolo sulle navi degli esploratori europei.
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